"Politiche disumane" L'organizzazione ha riportato che ogni giorno gli operatori Msf sulle isole greche "trattano le cicatrici, sia mentali sia fisiche, create o peggiorate da queste politiche disumane".
Intere famiglie scappate da guerra, violenze, povertà estrema, in cerca di condizioni migliori in Europa, "si ritrovano intrappolate spesso in condizioni di vita pessime e con una comprensione minima di quello che gli succederà", sottolinea l'organizzazione. "Queste persone sono passate attraverso tutte queste difficoltà, e arrivano in Grecia credendo che i loro bambini cominceranno a vivere una vita normale. È questo il motivo per cui corrono il rischio di fuggire", ha dichiarato Simona Brescacin, infermiera di MSF nel campo di Moria a Lesbo.
"Quando capiscono che non sarà così, il loro morale subisce un vero e proprio tracollo. Vedere i loro figli fare nulla tutto il giorno senza poter andare a scuola e cominciare a vivere una vita adatta alla loro giovane età, è qualcosa di molto doloroso per i genitori".
Accordo "produce sofferenza" Msf ha ribadito che continuerà ad opporsi fermamente a quello che definisce un "accordo che non si concentra sul miglioramento della protezione e dell'assistenza di chi è nel bisogno, ma al contrario sembra intenzionalmente destinato a produrre sofferenza per chi attraversa il mare" e che si tratta di una politica "non solo crudele, ma semplicemente inutile", in quanto "senza opzioni alternative, ogni giorno le famiglie di Paesi come la Siria, l'Iraq e l'Afghanistan continueranno a rischiare tutto per raggiungere le coste greche". "Un paziente della nostra clinica mobile a Lesbo mi ha confessato che ha provato a raggiungere l'Europa ben cinque volte", ha raccontato Lofti Jendoubi, mediatore culturale di Msf a Lesbo. "Due volte ha rischiato di annegare, ma nonostante ciò ha continuato a provare a fuggire. Preferisce rischiare la sua vita e quella della sua famiglia piuttosto che rimanere bloccato in Turchia. Mi ha parlato di rapine, truffe, imprigionamenti, stupri, comportamenti ostili da parte di autorità, mancanza di accesso all'assistenza sanitaria. In che modo l'Europa può dire a queste persone che la Turchia è un Paese sicuro?". (ANSAmed).
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