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Italia-Algeria: interscambio a 9 mld dlr, può crescere ancora

Amb.Ferrara, da economia a migranti cooperazione resta forte

18 giugno 2018, 17:33

Redazione ANSA

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Pasquale Ferrara, ambasciatore d 'Italia in Algeria - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pasquale Ferrara, ambasciatore d 'Italia in Algeria -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Pasquale Ferrara, ambasciatore d 'Italia in Algeria - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Cristiana Missori)

ROMA - Con un interscambio pari a 9 miliardi di dollari, l'Italia è il primo partner commerciale dell'Algeria. "Un rapporto economico solido - sono 180 le aziende italiane presenti in Algeria - ma in costante trasformazione" per via della politica di diversificazione economica avviata dalle autorità algerine. A parlare è l'ambasciatore d'Italia ad Algeri, Pasquale Ferrara, in questi giorni a Roma dove è intervenuto a una conferenza sul tema delle migrazioni organizzata all'Università Luiss di Roma. L'Italia, sostiene il diplomatico, può crescere ancora. Il potenziale è nelle rinnovabili e nell'agroindustria, oltre che nei tradizionali settori dell'energia, delle tecnologie e delle grandi costruzioni. Per facilitare gli scambi, fa sapere, a breve, nascerà una associazione di imprenditori italo-algerina, primo passo verso la creazione di una Camera di commercio italo-algerina. A limitare finora l'avvio di nuove partnership tra le aziende dei due Paesi, la regola del 51/49% (che riserva alle imprese di casa almeno il 51 per cento del capitale delle nuove società avviate con soggetti stranieri). Un limite che riduce lo slancio delle italiane, soprattutto delle più piccole.

"L'associazione - afferma l'ambasciatore - servirà proprio a creare fiducia fra le parti". Indubbiamente, aggiunge, "la sovranità economica resta importante in settori strategici quali difesa, Tlc ed energia'', ma in altri comparti le cose dovrebbero diventare più semplici per gli investitori stranieri.

La concorrenza sul mercato algerino resta comunque spietata.

La Cina prosegue la sua politica espansiva in tutta l'Africa e nel Maghreb, conquistando fette di mercato importanti nel settore delle infrastrutture e delle grandi costruzioni. Un esempio su tutti, la realizzazione della grande moschea di Algeri. Tutto vero, ma "a realizzare le decorazioni interne sono aziende italiane", fa notare Ferrara. Segno che "quando l'Italia fa l'Italia e lavora su di un rapporto di partenariato e sulla qualità non deve temere la concorrenza". A rinsaldare i rapporti tra Roma e Algeri nella seconda metà del 2018 sarà "il vertice a livello di primi ministri, accompagnati da una serie di ministri tecnici, infrastrutture, industria e interni". L'ultimo si era tenuto a Roma nel 2015. Un'occasione per parlare di migranti. E della rotta di cui meno si parla, quella che passa da Tamanrasset e che arriva in Libia.

"L'Algeria - sottolinea Ferrara - ha il miglior controllo delle frontiere e anche del mare territoriale di tutta l'Africa del Nord ed emigrare clandestinamente dal Paese è considerato un reato". Un fenomeno che "non va sottovalutato, ma che riguarda numeri molto limitati, con circa 1.300 migranti algerini irregolari all'anno che giungono in Italia". Lo sforzo che sta compiendo l'Algeria è molto grande. "Ai confini Est e a Sud le autorità hanno schierato 80 mila uomini e le frontiere restano chiuse". L'Algeria, rimarca l'ambasciatore, sta diventando più che un Paese di transito, un Paese di destinazione. Attualmente "sono circa 500 mila i migranti sub sahariani che si sono stabiliti nel Sud dell'Algeria". In un quadro in costante evoluzione come quello del Sahel e un Paese che deve ancora mettere a punto un quadro normativo finora inesistente, appare "necessario mantenere un livello stretto e costante di consultazioni", conclude Ferrara.

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