Un rapporto della Guardia Civil
spagnola consegnato alla sezione n. 13 del Tribunale di
Barcellona lega per la prima volta il presidente catalano Quim
Torra alla road map unilaterale per l'indipendenza, sfociata nel
referendum illegale del 1º ottobre 2017. Secondo fonti
giudiziarie citate da El Periodico, in base alla documentazione
sequestrata all'ex senatore di Erc, Santi Vidal, nel 2016,
quando Torra non era ancora presidente, lavorò per creare "una
tempesta politica perfetta", mentre la Generalitat metteva a
punto le strutture di Stato della repubblica catalana, per
attivarle all'indomani del referendum secessionista.
In documenti e in un video su Youtube, Torra riconosceva la
creazione "di nascosto", letteralmente "sotto il tavolo" delle
strutture del futuro Stato catalano, alle quali avrebbero
lavorato tutti gli assessorati della Generalitat. Nel rapporto,
la guardia civile sostiene che Torra agiva "come elemento
necessario" e attore principale per il buon esito delle
aspirazioni indipendentiste "con la mobilitazione di massa
cittadine", per creare una "tormente politica perfetta"
favorevole alla secessione.
Intanto oggi, durante l'interrogatorio davanti alla Corte
suprema, l'ex leader di Omnium Cultural, Jordi Cuixart, da 22
mesi in carcere preventivo, si è dichiarato "prigioniero
politico" e "non un politico detenuto". Accusato dei reati di
ribellione e sedizione, per i quali la Procura e l'Avvocatura
dello Stato sollecitano rispettivamente condanne a 17 e a 8 anni
di carcere, Cuixart ha denunciato di essere "in prigione in
quanto attivista sociale". E ha difeso il pacifismo della
società catalana: "Mai, mai e poi mai appoggeremo la violenza",
ha dichiarato.
Nel pomeriggio è previsto l'interrogatorio della ex
presidente del Parlamento catalano, Carmen Forcadell, accusata
degli stessi reati e per la quale la Procura e l'Avvocatura
dello Stato reclamano rispettivamente condanne a 17 e 10 anni di
carcere. Domani, davanti alla Corte suprema cominceranno a
sfilare i testimoni politici del processo, a cominciare dall'ex
premier Mariano Rajoy, dalla ex vicepremier Soraya Sanz de
Santamaria, fino al presidente del governo basco, Iñigo Urkullu.
(ANSA)
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