Nel giorno in cui è giunta anche la notizia del rinvio a giudizio per corruzione da parte della procura generale di undici personalità algerine, tra cui due ex premier, Ahmed Ouyahia e Abdelmalek Sellal, quella del mantenimento dello svolgimento delle elezioni il 4 luglio appare tuttavia una decisione non priva di ostacoli.
Mentre le autorità sono assolutamente determinate a mantenere la data del 4 luglio i manifestanti, scesi in piazza per la 14ma volta lo scorso venerdì in molte città del Paese, continuano a rigettare questa ipotesi, chiedendo tra l'altro "la cacciata dei simboli del regime, il rifiuto di una dittatura militare, e un'autentica transizione democratica".
Il presidente dell'Union des forces démocratiques et sociales (Ufdg), Noureddine Bahbouh, ha sottolineato la necessità di aprire un "dialogo autentico" al fine di fissare "nel più breve tempo possibile" una nuova data per le elezioni presidenziali e per evitare il perdurare della crisi politica. Un altro ostacolo alla tenuta delle elezioni del 4 luglio è il fatto che alcuni sindaci e magistrati hanno già annunciato che non prenderanno parte all'organizzazione delle operazioni di voto. (ANSAmed).
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