Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Migranti: Msf, in Libia nessun luogo è sicuro

Capimissione a Roma, appello a evacuazione umanitaria da centri

04 giugno 2019, 15:41

Redazione ANSA

ANSACheck

© ANSA/EPA

© ANSA/EPA
© ANSA/EPA
(ANSAmed) - ROMA, 4 GIU - In Libia "non ci sono spazi sicuri, non ci sono luoghi sicuri per accogliere i migranti e portarli via dalle aree rischiose del conflitto. Per questo chiediamo urgentemente un'evacuazione umanitaria di tutti coloro che vedono la propria vita in pericolo e sono a rischio di cadere vittime del conflitto". È questo l'appello lanciato da Sam Turner, capomissione di Medici Senza Frontiere per la Libia appena rientrato da Tripoli, nel corso di una conferenza stampa a Roma per parlare dell'emergenza umanitaria nel Paese nordafricano. All'incontro hanno partecipato Julien Raickman, capomissione Msf a Misurata e Khoms, e Marco Bertotto, responsabile advocacy Msf in Italia.

"Riconosciamo che ci sono stati sforzi negli ultimi mesi da parte dei governi, incluso quello italiano", per offrire alternative "come i corridoi umanitari per portare via i migranti dai centri di detenzione verso l'Italia, ma finora ci sono stati solo numeri molto bassi" di evacuazioni, ha sottolineato Turner. "La situazione che vediamo nella nostra esperienza in Libia è che le difficili condizioni dei centri di detenzione possono essere considerate un fattore che contribuisce alla scelta delle persone di lasciare la Libia.

Questo è un elemento chiave per creare una politica di deterrenza" delle partenze verso l'Europa.

Julien Raickman ha raccontato che la situazione dei centri di detenzione per i migranti "è molto preoccupante e tutto questo deve finire il prima possibile. Questa sofferenza umana è troppo grande, e se consideriamo i numeri globali dei migranti che vivono in Libia, coloro che si trovano nei centri rappresentano solamente l'1% del totale": sono infatti "5.800 le persone attualmente presenti nei centri di detenzione". Questo evidenzia che "la detenzione non è assolutamente la soluzione" al fenomeno migratorio, "e dovrebbe finire il prima possibile. Una soluzione esterna, un'evacuazione, è possibile", ha sottolineato.

Durante il conflitto in corso da due mesi in Libia, "abbiamo visto un sempre più forte impatto sui centri di detenzione, alcuni dei quali sono stati direttamente colpiti e da dove i migranti e rifugiati sono stati ricollocati urgentemente verso altre località", ha raccontato Turner. "A Tripoli lavoriamo nei centri di detenzione dove i migranti vengono arbitrariamente detenuti per un tempo indefinito, senza alcuna accusa e senza accesso a una forma di difesa legale, e quindi non sono in grado di ottenere un rilascio. Noi forniamo assistenza medica in questi centri e abbiamo da tempo documentato le difficili condizioni di vita. Questi posti non sono costruiti per far vivere le persone, c'è una forte necessità di acqua, servizi igienici, cibo, assistenza medica", ha affermato.

Raickman ha raccontato che "ci sono centri di detenzione nell'area di Misurata dove le persone hanno meno di un metro quadrato di spazio vitale, dove c'è una grande mancanza di forniture d'acqua, non c'è abbastanza cibo ed è di scarsa qualità". Il responsabile Msf ha ricordato che in queste strutture "sono presenti bambini, minori non accompagnati" e donne, alcune delle quali "partoriscono nei centri di detenzione". "Ci sono rischi per la salute mentale nel rimanere rinchiusi per mesi, per alcuni di loro per anni. Ci sono alti livelli di tubercolosi, e queste condizioni stanno provocando ancora più malattie e rischi per la vita. Anche se non ci si trova sul fronte, si può morire nei centri di detenzione", ha spiegato Raickman.(ANSAmed).

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza

Ultima ora Mondo

Errore 404 - Pagina non trovata - ANSA.it Migranti: Msf, in Libia nessun luogo è sicuro - Politica - Ansa.it
404

Pagina non trovata

Le cause principali per cui viene visualizzata una pagina di errore 404 sono le seguenti:

  • un URL digitato erroneamente
  • un segnalibro obsoleto
  • un collegamento datato proveniente da un motore di ricerca
  • un link interno interrotto non rilevato dal webmaster.

Se riscontri il problema, ti invitiamo a contattarci per segnalarlo.

Grazie.