ATENE - L'Europe deve fare di più per la Grecia, che al momento è il Paese più pesantemente colpito dalla crisi migratoria: sono parole accolte con gratitudine dal governo di Atene quelle pronunciate dall'Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite, Filippo Grandi, durante la sua visita di due giorni all'isola greca di Lesbo dove da anni sono ammassate decine di migliaia di rifugiati dal conflitto siriano.
Il premier greco, Kyriakos Mitsotakis, che ha incontrato il capo dell'Unhcr, ha ribadito a Grandi che l'accordo del 2016 fra l'Unione europea e la Turchia sui rimpatri dei migranti deve essere "onorato con rigore".
"L'Europa deve fare di più per la Grecia, che è membro dell'Unione europea", ha detto Grandi, aggiungendo che "qui non sto parlando da cittadino europeo, ma da Alto commissario Onu per i rifugiati".
Secondo Grandi, "bisogna fare di più, per i centri di accoglienza dove si trova tutta questa gente, in Grecia e in tutti gli altri Paesi come l'Italia, Malta e la Spagna. Oggi la Grecia è il Paese più colpito dalla crisi" migratoria. "Quindi - ha aggiunto Grandi, alla sua seconda visita a Lesbo - il mio messaggio è che abbiamo bisogno di maggiori risorse per fornire delle soluzioni".
"I flussi di persone - secondo il dirigente italiano Onu - non sono ancora tornati a quelli del 2015-16, ma sono sicuramente superiori a quelli dell'anno scorso. E le condizioni di vita di queste persone a Lesbo sono pessime. Il numero di siriani e di afghani è di nuovo in crescita".
Nei loro incontri, Grandi e Mitsotakis, hanno fatto il punto sul sostegno all'ufficio dell'Unhcr ad Atene e sul servizio di asilo, e hanno discusso del lavoro fatto dal personale di quest'ultimo, che deve smaltire un enorme arretrato di richieste d'asilo da esaminare.
Mitsotakis ha presentato a Grandi l'iniziativa a favore dei minori non accompagnati chiamata "No child alone" (Nessun bambino da solo) che, con l'aiuto dell'Ue, dell'Unhcr e dell'Ong Citizens' Society, cerca sistemazioni per i minori più vulnerabili.
Intanto il Consiglio regionale del Nord Egeo ha appoggiato la decisione del consiglio di Lesbo di respingere la proposta del governo greco di creare sull'isola un nuovo 'centro chiuso di pre-rimpatrio' dalla capacità di 5.000 posti, come già proposto anche per le isole di Samo e Chio, Kos e Lero. Un'istanza che ora complica i pieni del governo di Atene per cambiare registro nella gestione dei profughi, cercando di ovviare al sovraffollamento e alle cattive condizioni di vita nei campi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA