"Il Mediterraneo è un paradosso politico - spiega Di Stefano - , perché nonostante la sua ovvia necessità di integrazione e di far gioco di squadra, per usare un'espressione semplice, è una zona che è afflitta storicamente da conflitti che rendono impossibile andare in quella direzione. I Med Dialogues, giunti alla quinta edizione, hanno il compito di aggregare, di mettere attorno a un tavolo attori protagonisti, non solo nella territorialità, ma anche chi ha interesse nell'area, basti pensare al ministro russo degli Esteri Lavrov. Quest'anno i temi chiave sono Libia e Siria, come ormai da tempo, ma anche energia, infrastrutture, interconnettività di tutta l'area del Nordafrica".
"Ho tratto le conclusioni al panel sui think thank, che devono dare alla società una percezione diversa della politica internazionale. Sono quindi intervenuto a quello sulle infrastrutture sostenibili e il climate change. Un impegno fortemente mediterraneo, questo, perché questi paesi sono quelli che hanno le maggiori potenzialità per quel che riguarda le infrastrutture sostenibili e la sostenibilità ambientale", ha osservato. (ANSAmed).
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