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Gen. Morabito, fine strategico dietro ricerche gas Ankara

'In Libia bisogna evitare che si finisca a comprarlo da Turchia'

12 febbraio 2020, 17:45

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSAmed) - ROMA, 12 FEB - Per il generale Giuseppe Morabito - Direttore NATO Defence College Foundation e docente di studi strategici - le ricerche di idrocarburi da parte della Turchia attorno a Cipro e quelli futuri, nel mare della Libia, vanno oltre l'aspetto economico, e servono da puntello ad aspirazioni egemoniche regionali. "La Turchia - spiega in un'intervista ad ANSAmed - ha annunciato di aver inviato una nave da perforazione per petrolio e gas nelle acque al largo di Cipro meridionale dove le autorità greco-cipriote hanno già assegnato diritti di esplorazione d'idrocarburi a società italiane e francesi. Ankara afferma che alcune delle aree che Cipro sta esplorando insistano sulla propria piattaforma continentale ovvero dove i ciprioti turchi vantano uguali diritti su qualsiasi reperto con i ciprioti greci. La Turchia ha già esplorato due pozzi nelle acque ad est ed ovest dell'isola, scatenando negli ultimi mesi sia forti proteste, da parte di Nicosia e dell'Unione europea, sia la minaccia di sanzioni dall'Ue. La presidenza cipriota ha accusato Ankara di 'tattiche di bullismo di un'era ormai lontana' e ha invitato la Turchia a ritirarsi dall'area, senza risultati". "Ankara, giustificandosi con la difesa di Cipro Nord - osserva - punta a indurre Nicosia ad accettare lo sfruttamento congiunto delle risorse marine situate all'interno di tutta la ZEE dell'isola, compresa la parte sud dove sono stati finora rinvenuti i giacimenti di gas. Questo perché Ankara punta a diventare snodo fondamentale del flusso energetico tra area russo-caucasica, mediorientale ed europea. L'aggressività turca nei mari ciprioti va considerata un puntello geopolitico, con rivendicazioni che vanno ben oltre il mero significato economico e provano a inserirsi nei delicati equilibri politici regionali". Per Morabito, l'atteggiamento turco è preoccupante anche nelle acque della Libia. "La Libia ha immensi giacimenti e lo sfruttamento dei terminali costieri fa gola a italiani, francesi, britannici, statunitensi e ultimamente a russi e turchi. Quello che bisogna evitare sarà la contingenza che nel futuro si sia costretti a comprare gas libico da Erdoğan.

Perché se i tagliagole al soldo dei turchi inviati a sostegno del governo di Tripoli prendono possesso della zona di partenza del Green Stream non si può prospettare nulla di positivo. La Turchia anche in questa occasione va avanti per la sua strada non rispettando regole e trattati". (ANSAmed).

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