L'accordo unanime tra i ministri Ue è stato raggiunto, secondo una bozza finale delle conclusioni che saranno pubblicate domani, "alla luce dei progressi compiuti" da entrambe Albania e Macedonia del Nord "nelle riforme" richieste dall'Ue, in particolare per quanto riguarda i diritti fondamentali, lo stato di diritto e la democrazia, la giustizia e le relazioni di vicinato.
La decisione tiene conto delle richieste degli Stati membri più scettici sull'allargamento, Francia in primis, imponendo ancora alcune condizioni per l'Albania, chiamata a proseguire gli sforzi nella riforma giudiziaria e nella lotta alla corruzione, nonché a garantire il pluralismo dei media e un'azione più dura contro la migrazione irregolare.
Sarà compito della Commissione Ue presentare un quadro per lo svolgimento delle trattative con i due Paesi, regolato dal nuovo processo d'allargamento proposto dallo stesso esecutivo Ue il mese scorso per ridare slancio ai negoziati.
Dopo il Montenegro nel 2012 e la Serbia nel 2014, diventano così quattro i Paesi dei Balcani occidentali impegnati nei colloqui con l'Ue. L'avvio dei negoziati non garantisce l'ingresso nel blocco europeo: basti pensare alla Turchia, che ha aperto le trattative nel 2005 ma non è mai stata così lontana dall'adesione al blocco. (ANSAmed).
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