(ANSAmed) - SARAJEVO, 20 GEN - L'attuale crisi migratoria
in Bosnia è la conseguenza dell'irremovibilità delle autorità
locali, ma anche della terribile politica europea. E' quanto
ritiene Amnesty International, che ha invitato le istituzioni
europee a collaborare con le autorità bosniache e risolvere il
problema. Per Amnesty la responsabilità dell'Ue è chiara, poiché
rafforzando i propri confini ha abbandonato migliaia di persone
nei Paesi vicini. E se non si risolve la situazione adesso,
avverte l'organizzazione internazionale, rischiamo di trovarci
di fronte a una nuova crisi il prossimo inverno.
Attualmente, secondo il sindaco di Bihac, nel campo Lipa si
trovano circa 900 persone, 400 ciascuno nei campi di Borici e
Sedra - entrambi a Bihac - mentre sono 1.000 i profughi nel
campo Miral della vicina Velika Kladusa. Mancano all'appello,
secondo Unhcr, 700-1000 persone che dormono in capannoni
abbandonati, in case diroccate e nei boschi il più vicino
possibile al confine con la Croazia. Per il sindaco della
cittadina di confine, la crisi migratoria in Bosnia dura ormai
da tre anni e si aggrava sempre più. Dopo che a fine dicembre
l'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) si è
ritirata da Lipa, per aiutare la Croce rossa è arrivata la
'Merhamet', organizzazione umanitaria musulmana. (ANSAmed).
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