STRASBURGO - L'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha conferito il premio Vaclav Havel, un riconoscimento a chi si distingue in modo particolare per azioni in difesa dei diritti umani, a Loujain Alhathloul, una delle leader del movimento femminista in Arabia Saudita. L'attivista è stata in prigione per mille e un giorno per aver combattuto per il diritto delle donne a guidare e per aver lottato contro i soprusi e il "sistema di tutela" di cui sono vittime.
Loujain non ha potuto partecipare alla cerimonia perché nonostante non sia più in prigione è stata condannata al silenzio, ha spiegato la sorella, che ha parlato in sua vece.
"Loujain è stata rapita, torturata e condannata per terrorismo, e per aver difeso i diritti delle donne. Il regime sta cercando da anni di cancellare la sua immagine", ed è per questo che il riconoscimento internazionale di quanto ha fatto e sofferto sono importanti, ha spiegato. Le altre finaliste erano Julienne Lusenge, che ha raccolto testimonianze sui bambini soldato e la schiavitù sessuale in Congo, e fatto condannare molti responsabili delle atrocità, e un gruppo di suore buddiste che combattono per i diritti delle donne in Nepal.
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