11/22, istitutivo di un Csm provvisorio, ritenendo che i suoi articoli un "attacco all'indipendenza della magistratura" e una "grave regressione" delle conquiste costituzionali e legislative di cui hanno goduto per decenni i giudici.
In un comunicato i componenti del Csm sciolto denunciano "una violazione dei diritti fondamentali dei magistrati" relativi alle loro carriere professionali (nomine, promozioni, trasferimenti e incarichi) e al loro percorso disciplinare e alle garanzie ad essi connesse come il diritto alla difesa e un giusto processo. I suoi membri affermano anche di "rigettare fermamente il trasferimento di tale autorità all'esecutivo", ricordando che si tratta di un istituto costituzionale creato dal legislatore costituzionale "che unico, tra le autorità legislative sottostanti, ha il potere di creare istituzioni alternative" .
"La creazione del Csm provvisorio ai sensi del decreto 11/22 è quindi nulla perché contraria al principio di separazione dei poteri costitutivi e legislativi", si legge nella nota. "La creazione di un consiglio provvisorio non ha nulla a che vedere con la riforma giudiziaria", ma che "riduce i magistrati allo status di dipendenti pubblici soggetti al potere esecutivo" e viola la Costituzione escludendo membri che non siano magistrati". Anche l'Associazione nazionale magistrati (Amt) si è detta contraria al decreto presidenziale 2/11 poiché la composizione dei membri del Csm provvisorio, "viola il diritto dei giudici eleggere i membri, un diritto su cui il sindacato insiste come base per la riforma". "L'elezione dei membri del Csm è una consacrazione dei diritti dei giudici di scegliere i propri rappresentanti, oltre a costituire un meccanismo di controllo", ha affermato l'associazione in un comunicato.
(ANSAmed).