A cinque anni dal terremoto dell'Aquila e mentre la terra continua a tremare in Cile, una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications vede nelle nuove "sentinelle" del pianeta la chiave per stabilire finalmente un legame tra le eruzioni vulcaniche e le deformazioni del suolo che avvengono lungo le placche tettoniche e le dorsali oceaniche. Ne sono convinti i ricercatori britannici coordinati da Juliet Biggs, della Scuola di Scienze della Terra dell'università di Bristol. Hanno studiato oltre 500 vulcani, alcuni dei quali sono stati osservati sistematicamente per 18 anni, e adesso attendono la "rivoluzione" alle porte con l'arrivo dei satelliti Sentinel. "I satelliti radar sono perfetti per identificare i vulcani irrequieti su scala regionale e globale", osserva Biggs.
Per il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) sono benvenuti i satelliti che permettono di misurare le deformazioni del terreno giorni o addirittura ore prima di un terremoto e che potrebbero osservare eventuali deformazioni. "Al momento non esistono modelli di riferimento per stabilire un legame tra le deformazioni del suolo e l'attivazione di una faglia", osserva. "Avere a disposizione i dati raccolti da più satelliti che compiono passaggi più frequenti porterà sicuramente a misure di maggiore precisione e potrà evidenziare fenomeni che altrimenti non potremo vedere, come le dorsali oceaniche e le zone di subduzione".(ANSAmed).
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