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Tour: Nibali tra i grandi, storico trionfo a Parigi

Lacrime sul podio e pensa già al futuro: "Ora il mondiale"

28 luglio 2014, 09:35

Redazione ANSA

ANSACheck
(ANSAmed) - ROMA, 28 LUG - Da Messina a Parigi per conquistare la Francia a colpi di pedali. Dopo aver trionfato nella 101/a edizione del Tour de France, Vincenzo Nibali entra nella storia del ciclismo mondiale, prima ancora che nello sport italiano. Il corridore siciliano si mette infatti alla ruota di Bottecchia, Bartali, Coppi, Nencini, Gimondi e Pantani, l'ultimo capace 16 anni fa a salire sul gradino più alto del podio degli Champs Elysees e a far risuonare l'inno di Mameli. Note che alla fine hanno commosso lo 'squalo dello Stretto', in lacrime al momento della premiazione.

Gli occhi lucidi e l'emozione, però, non offuscano la lucidità di un ragazzo che alla soglia dei 30 anni, nel momento della gloria, non dimentica di ringraziare chi ha permesso di realizzare il sogno di una vita. "In primis mia moglie Rachele e la piccola Emma (la figlia, che è subito andato a baciare dopo il traguardo,ndr), senza di loro e senza il sostegno dei miei genitori, che mi hanno seguito sin da bambino, oggi non sarei qui - ricorda il corridore dell'Astana -. Avevo già anticipato che nessuna gioia poteva essere paragonabile a questa vittoria.

Un'emozione così forte credo di averla provata poche volte nella vita. E' ancora più bello di quanto potessi immaginare, è veramente indescrivibile. Ho costruito questo successo giorno dopo girono".

E non potrebbe essere più vero. Il ragazzo partito a 15 anni dal Sud per diventare atleta in Toscana, ha convinto dall'inizio alla fine della Grande Boucle. In questo Tour si è preso subito la leadership in classifica generale col successo nella seconda tappa (a Sheffield, In Inghilterra), per poi vincere altre tre frazioni, sui Vosgi, sulle Alpi e sui Pireni (con l'arrivo sull'Hautacam). Il dominio di Nibali - interrotto per 24 solo dal francese Gallopin - non è stato contraddistino solamente dalle azioni in salita. Anzi, il momento chiave della sua galoppata in maglia gialla è stato probabilmente ad Arenberg (5/a tappa), sui settori di pavé della Roubaix che hanno stroncato il campione uscente Chris Froome (ritirato dopo due cadute) e ridimensionato le aspirazioni di Alberto Contador (anche lui costretto al ritiro alla 10/a tappa).

Inutile dire che col britannico e lo spagnolo in gara fino alla fine Nibali avrebbe avuto sicuramente maggior filo da torcere. Ma nei 3664 chilometri del Tour Nibali ha dimostrato una forma fisica e un equilibrio nervoso da numero uno assoluto.

Un dominio che alla fine gli ha permesso di brindare a champagne, tra pacche sulle spalle e l'affetto di famigliari e amici. "L'emozione è forte, magari non riesco ad esternarla però dentro di me ho dovuto prendere tante volte il respiro - confessa dopo la premiazione -. E' qualcosa di speciale, irripetibile. Ho vinto il Tour de France, finalmente è finito e anche io posso recuperare le energie perché sono veramente stanco". "E' stata una grande fatica, non è facile arrivare fino alla fine con la maglia presa al secondo giorno - sottolinea -.

Ora mi riposerò per poi ripartire da zero con nuovi obiettivi.

Il Mondiale? Perché no". Lo squalo, dopo aver raggiunto Merckx, Gimondi, Hinault, Anquetil e Contador nel ristretto club di corridori capaci di vincere in carriera Vuelta di Spagna, Giro d'Italia e Tour de France, non vede l'ora di andare a caccia di nuovi traguardi da tagliare. (ANSAmed).

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