(di Michele Monni)
(ANSAmed) - RAMALLAH, 27 MAR - Anche quest'anno migliaia di
persone si sono date appuntamento a Betlemme, nei Territori
occupati palestinesi, per partecipare alla "Maratona di
Betlemme: Diritto al Movimento". La competizione - che vuole
simboleggiare anche l'aspirazione dei palestinese alla fine
dell'occupazione e delle limitazioni imposte da Israele - ha
attratto sportivi da Gerusalemme, Nablus, Ramallah e ha visto la
partecipazione di rappresentanti di 51 nazioni che si sono
confrontati sul percorso cittadino lungo le principali
attrazioni artistiche e storiche della città, ma anche tra i
campi profughi di Deisha e Ayda.
Giunta alla terza edizione, la maratona è organizzata dal
Comitato Olimpico Palestinese e dall'associazione danese 'Right
to Movement', con l'intento di porre l'accento sulle difficoltà
di libera circolazione dei cittadini palestinesi a causa delle
restrizioni iseaeliane. Tra queste, una serie di checkpoint e la
barriera di separazione che circonda parte della città
cristiana, il cui territorio resta per l'85% classificato area
C, sotto completo controllo israeliano, fin dagli Accordi di
Oslo. Oltre alla classica maratona (42,195 km) i partecipanti si
sono confrontati sulla mezza maratona e sulla più abbordabile 10
chilometri. Altissima è stata la presenza di giovani
palestinesi, soprattutto ragazze, che gli organizzatori valutano
intorno al 40%.
"E' bello fare qualcosa di normale come partecipare ad una
maratona, mi fa sentire uguale a tutti gli altri ragazzi
stranieri che sono qui oggi" dice con il fiato ancora corto
Huzma, diciannovenne di Gerusalemme, alla linea d'arrivo. A
differenza degli anni passati, Israele ha concesso, tramite il
Cogat (Coordinamento delle Attività Governative nei Territori),
ad un nutrito numero di fondisti di Gaza (46) -tra i quali il
vincitore della maratona Abed El Nasser Awajneh- di partecipare
alla competizione. Gli organizzatori avevano originariamente
fatto richiesta di permesso per 55 corridori.
''Fin dall'inizio abbiamo fondato la manifestazione per
richiamare l'attenzione sulla mancanza di libera circolazione
dei palestinesi, ma oggi, l'assenza di attenzione verso
l'occupazione dimostra una progressione verso la
normalizzazione: la gente ha incominciato ad accettare
l'occupazione come una parte normale della loro vita quotidiana"
ha denunciato ai media Signe Fisher, una delle organizzatrici
dell'evento.
"La maratona di Betlemme mette tuttavia in luce come la
libertà di movimento donne, uomini, ragazzi e ragazze
palestinesi continui ad essere severamente limitata sotto la
prolungata occupazione militare israeliana", ha dichiarato da
parte sua in un comunicato James W. Rawly, coordinatore degli
Affari Umanitari delle Nazioni Unite nei Territori occupati
(OCHA). (ANSAmed).
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