L'evento, concepito nel 2013 con il nome "Right To Movement" (Diritto di Movimento), ha visto la partecipazione di quasi 4.400 atleti - superando le 3.100 presenze dello scorso anno - con un record di 46% di donne partecipanti.
Partendo dalla Chiesa della Natività, il luogo di nascita, secondo i cristiani, di Gesù Cristo, i corridori hanno costeggiato il muro di separazione costruito da Israele, che taglia gran parte della città, presso il campo profughi di Deheishe e la città di al-Khader, vicino al checkpoint militare di Gilo. "Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento, ma non tutti hanno la possibilità e la limitazione al movimento è una delle principali sfide per il popolo palestinese che vive sotto occupazione", hanno scritto gli organizzatori sulla pagina web della Bethlehem Marathon. "I palestinesi - si legge ancora - "non possono muoversi liberamente sulle strade, o da una città all'altra".
Anche quest'anno, dato che l'Autorità Palestinese (Anp) non controlla, nel distretto di Betlemme, un territorio contiguo di 42 chilometri -la distanza della maratona olimpica- il tracciato si è sviluppato ad anello intorno ad un tratto di 11 chilometri.
All'evento sportivo non hanno partecipato 102 atleti di Gaza a cui Israele non ha concesso il permesso per recarsi a Betlemme. Il Cogat, il Coordinamento delle Attività del Governo israeliano nei Territori, ha sostenuto che le richieste per i permessi sono state presentate deliberatamente in ritardo da parte palestinese per fini propagandistici.
"Anche se noi abbiamo avuto la possibilità di partecipare a questo evento celebrativo, siamo profondamente consapevoli dei molti ostacoli alla libertà di movimento che i palestinesi affrontano ogni giorno", ha detto a margine della manifestazione Robert Piper, il coordinatore delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari e il processo di pace.
Ad aggiudicarsi la competizione è stato il sudafricano Mervin Steenkamp con un tempo di 2 ore 35 minuti e 26 secondi.
(ANSAmed).
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