(di Francesco tedesco)
(ANSAmed) - NAPOLI, 16 GEN - Dal Lampedusa Amburgo all'Afro
Napoli United, sono decine le associazioni sportive che si
occupano dell'integrazione di migranti attraverso il calcio. Nel
momento storico di massima migrazione verso l'Europa dai tempi
della seconda guerra mondiale, anche lo sport cerca di dare una
mano, occupandosi in particolare dei bambini e dei ragazzi, che
conoscono il vecchio continente proprio attraverso i campioni e
i grandi club di calcio. Ma il sostegno arriva prima di tutto
dalla base, dalle piccole associazioni di volontari come emerge
dalla "mappa" che la rete Fare (Football against racism in
Europe) ha tracciato, indicando le principali iniziative per i
migranti, aprendo i campetti di periferia e includendo i giovani
nei percorsi di formazione calcistica. Sul sito
(www.farenet.org/campaigns/refugees-football-database/) ci sono
tutti gli indirizzi attraverso cui profughi e ong possono
partecipare alle decine di iniziative.
La parte del leone la fa la Germania a partire dalla
Bundesliga che attraverso la sua Fondazione attua il programma
'Benvenuti nel calcio', un ponte tra i club professionistici e
amatoriali e le organizzazioni della società civile: si offrono
ai giovani fino ai 27 anni attività sportive, ma anche corsi di
tedesco e attività insieme ai giovani locali. C'è poi 'Campioni
senza frontiere', un programma sull'inclusione dei migranti
(uomini, donne e bambini) a Berlino e nella regione di
Brandeburgo che offre attività calcistiche mirate a far
percepire la Germania come loro nuova casa. Nel 2015, la
federcalcio tedesca ha poi lanciato "1-0 per il benvenuto", che
prevede l'inclusione dei migranti nei programmi di formazione
calcistica: ogni club che lo attua può chiedere fino a 500 euro
per far partire il progetto nella propria città, dall'avvio del
progetto 800 club hanno aderito. Tra le iniziative locali spicca
il Lampedusa Hamburg, squadra formata da giocatori sbarcati a
Lampedusa e poi da lì arrivati in Germania. La squadra gioca
amichevoli e partecipa a tornei per aumentare la consapevolezza
in Europa sulla situazione dei rifugiati in Germania e nell'Ue.
Il Teutonia Ehrenfeld gioca invece il campionato
dilettantistico con i migranti locali e ha recentemente ricevuto
un premio dal Partito dei Verdi tedeschi per il suo impegno. Il
Mainz, squadra di Bundesliga, ha invece stretto un accordo con
l'Ente Bagdad, club di migranti, per includere rifugiati nella
propria squadra e nei settori giovanili.
Molte iniziative anche in Francia a partire dall'Armée du
Salut, a Strasburgo che organizza allenamenti settimanali per i
migranti a rischio esclusione sociale. Si dedica ai rifugiati
che hanno lasciato il proprio Paese perché discriminati per il
loro orientamento sessuale Les Dégommeuses, club di calcio di
Parigi che basa la propria attività sulla capacità del calcio di
aumentare la consapevolezza delle persone e l'inclusività.
Importante anche il lavoro ftto dal "Salam Nord/Pas-de-Calais",
la ong che a Calais organizza attività calcistiche per i
rifugiati, oltre a fornire assistenza medica.
In Italia continua il lavoro a Napoli dell'Afro-Napoli United
che unisce i cittadini italiani e i migranti nel nome del calcio
e partecipa ai campionati dilettantistici in Campania. Nel
Lazio, invece, c'è l'Atletico Pop United che promuove lo sport e
l'inclusione sociale e partecipa anche ai Mondiali antirazzisti.
Decine di iniziative si svolgono anche in Inglhilterra, dove
l'Arsenal si impegna finanziando 'Save the children" in Siria e
sta costruendo due campi di calcio in altrettanti campi
profughi. Il Wanderers ha lanciato l'iniziativa 'Calcio oltre le
frontiere' aperto a tutti i giovani migranti, mentre dai tifosi
dello Sheffield arriva l'iniziativa 'Il calcio unisce, il
razzismo divide' che spinge i tifosi di tutte le squadre inglesi
a partecipare a iniziative inclusive e andare insieme allo
stadio. I tifosi hanno anche mandato un bus al confine ungherese
per fornire assistenza ai profughi. (ANSAmed).
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