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Da rifugiati a campioni, l'esperienza di un camp di atletica in Kenya

Tre profughi partecipano ai Mondiali u18 di Nairobi

13 luglio 2017, 18:03

Redazione ANSA

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Atletica: Presidente Iaaf Coe visita camp team rifugiati in Kenya - RIPRODUZIONE RISERVATA

Atletica: Presidente Iaaf Coe visita camp team rifugiati in Kenya -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Atletica: Presidente Iaaf Coe visita camp team rifugiati in Kenya - RIPRODUZIONE RISERVATA

  (di Francesco Tedesco).

 Napoli - Hanno commosso e stupito il mondo alle Olimpiadi di Rio 2016 e ai Mondiali di staffetta di quest'anno alle Bahamas, ma per arrivare ai grandi eventi gli atleti della squadra dei rifugiati devono allenarsi tutto il giorno e possono farlo grazie al camp di Tegla Llorupe a Ngong, in Kenia. L'ex mezzofondista keniota, cinque volte oro ai Mondiali di Mezza Maratona, ha aperto le sue porte a coloro che scappano dalle guerre e che in questi giorni partecipano ai Mondiali Under 18 di Nairobi, In Kenia. Nei giorni scorsi il team dei rifugiati ha ricevuto anche la visita di Sebastian Coe, l'ex grande campione inglese che ora è presidente della Iaaf, la federazione internazionale di atletica leggera. Le giovani stelle del team dei rifugiati pronti per Nairobi sono Lydia Philip Mamun, che impegnata sui 400m, e il suo connazionale del Sud Sudan Sunday Kamisa Peter (800 metri) oltre all'Etiope Mohammed Ahmed Abubakar (1500 metri). "Tegla Lorupe - ha raccontato Coe in dichiarazioni riportate dal sito della Iaaf - mi parlò dei suoi progetti già in occasione delle Olimpiadi di Londra nel 2012, aveva una visione ed è diventata realtà quattro anni dopo a Rio, l'ha portata avanti con la stessa umiltà e tenacia che aveva in gara. Siamo stati molto orgogliosi come Iaaf di poter contribuire con na piccola somma di denaro". Tegla Lorupe ha mostrato a Coe le nuove attrezzature del suo camp nel campo profughi di Ngong con una nuova palestra che sarà finita per la fine dell'anno, nuovi alloggi e un piccolo ambulatorio. E nel camp ci sono anche mucche e galline per fornire di latte fresco e uova gli atleti. "Ho visto questo progetto nascere e crescere - ha continuato Coe, due volte oro Olimpico nell'80 e nell'84 - oggi abbiamo davanti un esempio di passione, visione e umanità". Coe si è rivolto direttamente ai giovani rifugiati: "Costruite le vostre carriere in pista al meglio - ha detto loro - ma pensate anche al futuro come ha fatto Tegla, che dopo aver corso ha lavorato perché voi oggi possiate avere una carriera da atleti". I tre giovani atleti sono arrivati nel camp della Lorupe nel 2016 e oggi studiano nella scuola vicina al campo, oltre ad allenarsi. Abubakar e Peter sono arirvati a Ngoong dal campo profughi di Kakuma, mentre Mamun dal campo di Dadaab. "Anche io vengo da una situazione difficile - ha detto Lorupe - ma ho imparato a non perdere la speranza. Dico sempre ai ragazzi che devono dare il meglio non solo nello sport ma anche nello studio, che è importante allo stesso modo".

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