L'attesa è fortissima negli emirati e in Arabia Saudita per il match contro i sauditi e i tifosi si aspettano grandi cose dai giocatori simbolo dei rispettivi club, Omar Abdulrahman dell'Al Ain e Nawaf Al Abed della squadra di Ryad, entrambi centrocampisti. Il primo è stato nominato giocatore dell'anno nella scorsa stagione nonostante l'Al Ain abbia perso la finale contro i coreani del Jeonbuk Hyundai Motors ed è considerato l'uomo che può riportare il club al top del continente dopo la fine della generazione d'oro che aveva portato l'Al Ain alla conquista della Champions League asiatica nel 2003. Abdulrahman è un numero dieci classico, che orchestra tutto il gioco offensivo della squadra, ma sta dimostrando quest'anno anche grandi doti da bomber, tanto che è in testa alla classifica cannonieri della Champions League asiatica con sette gol. Segna meno (21 gol nelle nove stagioni all'Al Hilal) ma è altrettanto efficace Al Abed, esploso nel 2009 sotto la guida del tecnico belga Eric Gerets e che ora ha in pugno il gioco del club saudita che si affida ai suoi piedi e alla tattica dell'allenatore argentino Ramon Diaz per provare a riportare a Ryad la Champions asiatica che manca dal 2000. Nell'altro quarto di finale della zona araba (la Champions League asiatica è divisa in blocco occidentale e orientale fino alla finale) si affrontano i sauditi dell'Al-Ahil, club di Gedda, e gli iraniani del Persepolis. Per l'area orientale c'è il derby cinese tra Guanzhu Evergrade e Shangai Sipg, oltre all sfida giapponese tra Urawa Reds e Kawasaki Frontale.(ANSAmed).
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