(ANSAmed) Napoli, 14 nov - Il traffico marittimo è più che
raddoppiato dal 2000 al 2013 e le stime dei più importanti
istituti di ricerca confermano il trend di crescita anche per i
prossimi anni, ma dal 2005 al 2013 i tre più importanti porti
italiani nel Mediterraneo hanno perso quote di mercato sul
traffico container a vantaggio a dei porti della sponda sud del
bacino.
E' quanto emerge dal IV rapporto del centro Studi e Ricerche
per il Mezzogiorno del gruppo Intesa San Paolo. Dal 2005 a fine
2013 Gioia Tauro è sceso dal 20 al 12%, Cagliari al 4 al 3% e
Taranto dal 4 all'1%. In totale la quota di mercato dei porti
italiani sui container è scesa dal 28% al 16% mentre i posti
della sponda Sud sono saliti nello stesso periodo dal 18% al
27%. In particolare brillano Port Said in Egitto (dal 10 al 14%)
e lo scalo marocchino di Tanger Med che, partendo da zero, ha
ora il 10% dei traffici merci nel Med. Spicca anche la
performance del Pireo passato dal 9 al 12%.
I motivi, illustra il rapporto, sono riconducibili
principalmente a minori costi operativi, a infrastrutture
ampliate e tecnicamente avanzate e a maggiore efficienza grazie
a una burocrazia più snella e a una maggiore semplificazione
amministrativa.
I porti del Mediterraneo, però, continuano a registrare una
forte crescita, che nel 2013 è stata in media dell'8%. Tra i
best performer del Mediterraneo spiccano di Tanger Med (+34%),
quello greco del Pireo (+15,3%) e il porto turco di Ambarli
(+9%). In ripresa anche Gioia Tauro (+13% sul 2012)
Sulla logistica, avverte il rapporto, si gioca nei prossimi
anni una partita importante che potrebbe aumentare o diminuire
l'importanza della posizione strategica dell'Italia al centro
del Mediterraneo. Attualmente tutto il sistema portuale
dell'area, specialmente nelle sponde Sud-Est, è un grande
cantiere. con almeno dieci progetti in cui si
intrecciano investimenti statali e di grandi gruppi privati:
proprio l'afflusso di investimenti cinesi, russi, indiani e
brasiliani sottolinea ulteriormente il valore strategico del
Mediterraneo. Esemplare è il caso del terminal del porto del
Pireo del quale la Cosco Pacific ha ottenuto la concessione
trentennale e che è diventato il centro della distribuzione dei
container cinesi diretti all'Europa meridionale e orientale.
"L'esperienza dei paesi del South e Eastern Med - evidenzia il
rapporto - ma anche di alcuni paesi europei come Spagna e Grecia
hanno evidenziato come, in un momento storico di scarsità di
risorse pubbliche, risulti essenziale per competere in un
mercato in continua evoluzione, favorire la partecipazione di
capitali privati".
Tra i focus dedicati dallo studio Srm spiccano gli
investimenti in corso in Marocco, dove l'Agenzia nazionale dei
Porti ha annunciato un piano di investimenti infrastrutturali di
560 milioni di euro per il periodo 2014-2018 per la
realizzazione di una serie di grandi progetti infrastrutturali
nei porti nazionali. La Tunisia, forte anche dell'accordo di
libero scambio con Marocco, Egitto, Giordania, Libia e Turchia,
ha previsto la realizzazione di un porto "acque profonde" a
Enfidha, sul Golfo di Hammamet, che potrà accogliere navi
container di grandi dimensioni sui suoi 5 km di banchine, per
una capacità di 5 milioni di teu annui. L'investimento è di 1,3
miliardi di euro e lo scalo sarà gestito dalla Dpw (Dubai Port
World).
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