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Porti: Mediterraneo ospita 19% di traffico navale mondiale

Italia in stallo, crescono Tanger Med, Pireo e Algeciras

05 giugno 2015, 17:43

Redazione ANSA

ANSACheck
(ANSAmed) - NAPOLI, 5 GIU - Il Mediterraneo ha visto una crescita del traffico merci del 123% negli ultimi 13 anni e oggi ospita il 19% del traffico navale mondiale, una quota del 4% in più rispetto al 2005, le direttrici delle merci verso e da il Golfo Persico e il Medio ed Estremo Oriente sono cresciute rispettivamente del 160% e del 92% nel periodo 2001-2014. Questi alcuni dei dati emersi oggi dal secondo rapporto annuale di Srm, Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (centro studi del Gruppo Intesa-San Paolo) sulla "Italian Maritime Economy", che prende in esame i dati dei traffici che interessano l'Italia e il Mediterraneo. Nello specifico, per l'aspetto container, i primi 30 porti del Mediterraneo hanno movimentato nel 2013, 44 milioni di TEU mentre nel 1995 erano 9,1 milioni: un aumento del 382%. In più da un'analisi di SRM su un panel di aree portuali europee, nordafricane e asiatiche, si evince che le aree portuali del Mediterraneo (Sponda Est, Sponda Ovest e Sponda sud) sono arrivate nel 2014 a detenere una quota di mercato container nelle aree prese in considerazione del 33% (hanno acquisito 6 punti percentuali dal 2008) contro il 42% del Northern Range che ha perso 5 punti percentuali nello stesso periodo Nel bacino del Mediterraneo, in particolare, si assiste a una crescita tumultuosa dei porti della spinda sud con Tanger Med che ha chiuso il 2014 movimentando oltre 3 milioni di TEU con un aumento sul 2013 del 20,7% (e l'aumento del 2013 rispetto all'anno precedente era stato del 40%) ed ora ha una quota di mercato del segmento, nel Mediterraneo, di circa il 10%. Ottime anche le performance di porti che ormai stanno sempre più acquisendo una posizione di leader nel Mediterraneo: il Pireo che nel periodo 1995-2013 è cresciuto del 400% arrivato a movimentare 3,1 milioni di TEU, Algeciras del 300% arrivando a 4,3 milioni e Port Said del 1500% arrivando a 4 milioni. "Negli ultimi dieci anni - spiega Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli - il Mediterraneo ha aumentato moltissimo i suoi traffici e li aumenterà ancora con l'apertura del secondo Canale di Suez.

Napoli ma non sol, tutti i porti italiani stanno a guardare eppure questa è un'occasione unica di crescita". Tre di driver strategici indicati dal rapporto per il rilancio dei porti italiani: una integrazione infrastrutturale e intermodale, l'attrazione di investimenti dall'estero con le "free zones" e la messa al centro dell'agenda politica di investimenti la logistica nel Sud. Uno dei fattori di competività dei porti è infatti nella capacità di attivare meccanismi intermodali: secondo lo studio, una mega nave da 20.000 teus che attracca può attivare meccanismi moltiplicativi impoirtanti verso altri mezzi di trasporto, coinvolgendo 14 treni, oltre 1.000 automezzi e altri 12 mezzi navali.

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