(di Francesco Tedesco). (ANSAmed) Napoli, 2 nov - Il
raddoppio del Canale di Suez e le nuove dinamiche logistico
marittime e produttive vedono un ampliamento del baricentro
mondiale dei flussi di merci, che trasforma il Mediterraneo in
un "Mediterraneo Allargato" al Golfo Persico. Lo afferma il
quinto rapporto annuale "Le relazioni economiche tra l'Italia e
il Mediterraneo", pubblicato da Studi e Ricerche per il
Mezzogiorno del Gruppo Intesa San Paolo. Nello studio si dedica
infatti un approfondimento al Canale di Suez, in particolare
dopo il raddoppio inaugurato il 6 agosto 2015, che consente una
riduzione dei tempi di percorrenza stimati in 6-7 ore e porta la
capacità media di traffico giornaliero a 97 navi (dalla
precedente di 49).
Secondo stime di SRM il nuovo canale potrà portare un
risparmio medio di circa il 5-10% dei costi
operativi totali per ciascuna nave in transito (a seconda delle
rotte e delle distanze) utilizzando la rotta via Suez: sulla
rotta degli scambi Far East-East Coast US, dunque, circa 1
milione di TEUS (unità di misura dei cargo, equivalente a 40
metri cubi ndr.) potrebbero essere dirottati dai vettori dalle
rotte Panamensi a quelle di Suez, passando quindi per il
Mediterraneo. L'Italia, che ha una quota di mercato pari al 18%
del traffico transhipment nell'area MED, potrebbe quindi essere
in grado di intercettare solo su questa rotta un traffico
aggiuntivo pari a oltre 170mila TEU. Il raddoppio del Canale,
spiegano sa Srm, potrà avere un impatto particolarmente
importante per i porti gateway del Nord Italia e del Mezzogiorno
che ricevono una quota rilevante dei traffici via Suez: tale
valore, ad esempio, raggiunge il 51% dei container movimentati a
Genova e il 47% a La Spezia e quasi il 40% a Gioia Tauro.
Necessario, chiaramente, un adeguamento infrastrutturale: per i
porti Italiani - che attualmente movimentano 460 tonnellate di
merci in totale - il nuovo Canale di Suez rappresenta
un'opportunità importante con maggiori navi in transito, ma di
maggiore dimensione che richiedono quindi di adeguare
urgentemente la dotazione infrastrutturale con la necessità di
dragare i fondali ed investire in logistica ed innovazione.
Il protagonismo mondiale di Suez, secondo i dati Srm, vedrà
amentare anche il ruolo del Golfo, con gli Emirati in prima fila
nel nuovo "Mediterraneo allargato". L'opera rafforza infatti la
direttrice Europa-Mediterraneo-Suez-Golfo, che collega l'Asia
alla costa orientale degli Stati Uniti. In particolare gli
Emirati Arabi Uniti, il cui interscambio commeciale con l'estero
nel 2014 è stato di 631,3 miliardi di dollari (4 volte superiore
a quello registrato nel 2004), sono tra i paesi più aperti al
commercio internazionale: una fetta importante delle
importazioni degli Eau viene infatti riesportato in altri paesi,
configurando il Paese come uno dei principali trading hub a
livello mondiale. Gli Emirati sono il terzo hub commerciale di
re-export al mondo dopo Hong Kong e Singapore: il 33,9% delle
importazioni degli Emirati viene riesportato verso altri mercati
di sbocco. (ANSAmed).
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