Un trend ancora in crescita visto che per il 2030 si toccherà quota 17 miliardi di tonnellate. Una delle principali ragioni della crescita è il raddoppio del Canale di Suez che, spiega il rapporto, "è ormai a regime e nel periodo gennaio-maggio 2017 cresce a doppia cifra con un +10,6% rispetto all'anno precedente. Nell'ultimo anno 819 milioni di tonnellate di merci e circa 17.000 navi sono transitate nel canale". "Ci sono - ha spiegato il ministro per la coesionee territoriale e il Sud Claudio De Vincenti - le premesse per uno sviluppo della portualità del Mezzogiorno che svolga un ruolo importante su tre versanti. Prima di tutto un collegamento tra il Mediterraneo e l'Europa nel verso sud-nord, poi un collegamento rovesciato con l'Europa che guarda al Nordafrica e al Medio Oriente per investire e far crescere quei Paesi, in linea con la proposta del 'migration compact' presentato dall'Italia all'Ue. De Vincenti ha evidenziato infine il ruolo dei porti del Sud Italia nel Mediterraneo che: "Ha acquistato - ha detto - una nuova centralità nei traffici intercontinentali con l'apertura del secondo ramo del Canale di Suez. Il Mezzogiorno chiaramente ha la vocazione prioritaria come zona fondamentale in questo nuovo ruolo intercontinentale del Mediterraneo".
Per quanto riguarda l'Italia, il rapporto sottolinea come l'import-export del Paese via mare ha raggiunto i 217 miliardi di euro con una crescita media annua del 4,3% e che l'Italia ha ancora una forte dipendenza dal mare che ospita il 37% del suo interscambio commerciale. "Emergono - spiega Massimo Deandreis, direttore generale di Srm - segni di una rinnovata centralità del Mediterraneo nel contesto geoeconomico mondiale e il rafforzamento della rotta Sud Med-Suez-Golfo-Cina. Di questo fenomeno l'Italia può beneficiare ma occorre investire urgentemente sui collegamenti ferrovia-porti, sull'intermodalità e su una logistica portuale più efficiente". L'Italia resta leader nello Short Sea Shipping nel Mediterraneo e nel Mar Nero con 251 milioni di tonnellate e una quota di mercato del 35%. "Lo scenario che emerge - spiega Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli - è di un Mediterraneo sempre più dinamico e centrale nelle rotte globali. L'Italia è nel mezzo e il Mezzogiorno ha una posizione di vantaggio. Ma la geografia non basta e i competitors non mancano. Occorre maggiore consapevolezza della posta in gioco e un impegno serio per non perdere le opportunità che emergono". (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA