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Turismo sempre più giù in Egitto, -80% su Sharm-Nilo

Nel 2010 15 mln arrivi,in 2015 9 mln. Astoi:'Superare emotività'

20 maggio 2016, 11:37

Redazione ANSA

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Spiaggia deserta a Sharm el-Sheikh, continua il calo degli arrivi di turisti in Egitto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Spiaggia deserta a Sharm el-Sheikh, continua il calo degli arrivi di turisti in Egitto -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Spiaggia deserta a Sharm el-Sheikh, continua il calo degli arrivi di turisti in Egitto - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - La Valle dei Re deserta, le Piramidi orfane di turisti, il Nilo solcato ormai da una manciata di navi da crociera, le spiagge del Mar Rosso che non risuonano più di discorsi in italiano, inglese, russo. Sono scatti di desolazione, vuoto e silenzio quelli della crisi del turismo egiziano - vero pilastro dell'economia del Paese (di cui vale il 15-20%) - che nel 2010 aveva toccato quasi 15 milioni di arrivi, che nel 2015 supera a stento i 9 milioni e che nel primo trimestre di quest'anno archivia già cali del 40%. Ieri l'ennesimo colpo con il disastro aereo dell'Egyptair ma l'emorragia di turisti iniziata con le rivoluzioni politiche del 2011 e 2013 continua inarrestabile ormai da mesi, nonostante i grandi sforzi del ministero del Turismo e dell'Ente egiziano con campagne pubblicitarie e contatti costanti con i tour operator.

Basta pensare che gli arrivi dall'Italia - quarto mercato in ordine di importanza per l'Egitto dopo Russia, Regno Unito e Germania - sono diminuiti di quasi il 50% nel 2009-2014.

"Anche se i dettagli dell'incidente sono ancora da confermare - dice Kinda Chebib, Senior Analyst di Euromonitor International - la serie di eventi terroristici che colpiscono l'Egitto dal 2015 solleva ulteriori preoccupazioni per la sicurezza negli aeroporti del Paese ed è molto probabile che scoraggi ulteriormente i turisti ad andare in questa parte del mondo. Se analizziamo le prestazioni turistiche prima dei disordini politici nel 2011 e i ripetuti attacchi terroristici, gli arrivi dai mercati chiave sono crollati nel 2011 e hanno iniziato gradualmente a recuperare fino al 2015 ma mai sono riusciti a raggiungere le prestazioni iniziali. Anche se l'Egitto è noto per rialzarsi rapidamente dalle diverse crisi che lo hanno colpito, riteniamo che i recenti avvenimenti rallenteranno le ambizioni del governo egiziano di raggiungere i 20 milioni di arrivi di turisti stranieri entro il 2020".

Secondo Luca Battifora, presidente di Astoi Confindustria Viaggi che associa oltre il 90% dei tour operator, l'Egitto sta vivendo un momento di "grande crisi della domanda" (con cali dell'80% su Sharm e Nilo dal 2015) anche a causa della normale reazione emotiva dei viaggiatori, ma al momento "nessun pericolo oggettivo è segnalato nella zona del Mar Rosso". "Tutte le nostre aziende e i tour operator storici - sottolinea - sono in costante contatto con la Farnesina, ed è questo l'ente preposto a stabilire se ci possono essere elementi di rischio per i nostri connazionali. Come ha detto un esponente del settore durante un'intervista, sono di più le persone che hanno perso la vita sulle piste da sci quest'inverno in Italia che negli ultimi 15 anni in Egitto. Il fattore emotivo è comprensibile, però dobbiamo anche ricordare che c'è un'oggettività che non possiamo disconoscere". I segnali più incoraggianti, secondo Astoi, si registrano nella zona di Marsa Alam, dove "un po' di domanda si mantiene" e si spera possa esserci una crescita a luglio e agosto. "Una parte della programmazione resta quindi operativa - conclude - e speriamo che ci siano i presupposti per poter ripartire in maniera più strutturata nel 2017".

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