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Turismo, la sfida della Giordania, sicurezza ed ospitalità

Presenze risalgono, Amman vuole offrire piu' della sola Petra

25 settembre 2017, 13:57

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - AMMAN, 25 SET - Alle 10:30 in punto, la luce e' al suo meglio sulla facciata del Tesoro di Petra, una delle bellezze archeologiche piu' straordinarie al mondo, resa ancor piu' celebre dalla sua apparizione in Indiana Jones e l'ultima crociata. In quella manciata di minuti, lo spiazzo davanti al tempio scavato nella roccia arenaria dagli antichi nabatei, e' pieno di turisti, intenti a farsi selfie o a farsi riprendere sulla groppa di un dromedario. Ma poco dopo, lo spazio si svuota. La Giordania, dopo anni di crisi del turismo causata da crisi e tensioni che la circondano - prima fra tutte la guerra in Siria e l'enorme massa di profughi che ha varcato il suo confine -, sta risollevando il capo, ma il piazzale del Tesoro ben racconta lo stato dell'arte: i visitatori iniziano a tornare, ma affollano brevemente i suoi siti piu' celebri, come il biblico monte Nebo, perdendosi le infinite altre bellezze di questo paese mediorientale. Che ora pero' vuole puntare proprio sulle sue meraviglie meno note e sulla sua capacita' di accogliere - in tutta sicurezza e con impeccabile ospitalita' - il visitatore.

Le cifre del 2017 sono incoraggianti: le presenze sono aumentate del 14,5% nella prima meta' dell'anno, e il resto della stagione sembra consolidare la tendenza, grazie a un incremento di visitatori da Europa e Nord America. Forte anche la presenza di turisti asiatici. E proprio per rafforzare l'immagine di Paese sicuro ed accogliente, a Jerash - citta' romano-elenistica magnificamente conservata, con centinaia di colonne che hanno resistito ai secoli - c'e' stato qualche giorno fa un grande concerto di Andrea Bocelli, il primo in Giordania del tenore.

Ma accanto a Jerash - l'antica Gerasa: in Giordania dicono che l'imperatore Adriano vide qui per la prima volta i ciliegi, da cui verrebbe il nome 'cerase' al posto di ciliegie usato in molti dialetti italiani - il Paese racchiude altri siti che non vengono visitati abbastanza. Per esempio Beida, la 'piccola Petra'. Se la piu' celebre Petra (che sorge a 14 km da qui) era una citta' a tutto tondo, questo sito, che le somiglia a causa di uno stretto canyon (siq) tra le rocce e strutture scavate sugli alti muraglioni, era un punto di sosta di alto livello per le carovane che percorrevano la via dell'incenso. Qui ci sono addirittura affreschi ben conservati sui soffitti degli ambienti dove dormivano i commercianti piu' facoltosi.

Oppure, vicino al monte Nebo, il sito Unesco di Umm ar-Rasas: qui, dove non viene praticamente nessuno, si vedono i resti di un'antica città carovaniera romano-bizantina dove sorgevano ben 56 chiese, che dal 665 a.D.fino all'anno 900 fiori come punto di fermata per merci e persone anche sotto al dominio islamico della zona. Un terremoto la cancellò (dal 2004 è sito Unesco, ma solo una piccola parte è stata riportata alla luce dagli scavi).

La Giordania ha formidabili bellezze naturali e numerose riserve che le tutelano. La piu' famosa di tutte, il deserto di Wadi Rum, e' talmente scenografica che qui sono stati girati ben 12 film, tra cui Lawrence d'Arabia, Transformers 2 e The Martian con Matt Damon. Il colore rosso di rocce e sabbia sembra davvero marziano. Qui il visitatore puo' alloggiare in campi tendati perfettamente attrezzati, nel silenzio irreale del deserto, come a Hasan Zawaideh. Spiega Ziad Al-Kurdi, veterano delle guide giordane: ''Al parcheggio all'ingresso del parco naturale un tempo c'era la folla di pullman, oggi neanche uno, nonostante settembre sia il mese ideale per Wadi Rum. Serve davvero l'aiuto di tutti per rilanciare il turismo''. I visitatori, per lo piu' locali, con qualche saudita o israeliano, vengono per lo piu' per un solo giorno ed una sola gita.

Ma se il visitatore preferisce il turismo puro, la Giordania ha anche la sua attrezzatissima costa del Mar Morto, o gli alberghi di Aqaba, sul mar Rosso. Cosi' sicuri che - anche qui - vengono in massa gli israeliani a passare i weekend. Lo conferma anche Mariangela, che fa la chef nel ristorante di un grande albergo sul grande lago salato che divide Israele e Giordania.

''Qui mi sento piu' al sicuro che in Europa, di questi tempi. In piu' non c'e' neanche microcriminalita'''. (ANSAmed).

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