La priorita' e' di garantire l'assistenza umanitaria alla popolazione civile aumentando gli aiuti (la Commissione Ue ha annunciato proprio oggi di avere stanziato altri 20 milioni, che porta il pacchetto a 63 milioni di euro complessivi) e accogliere il flusso dei rifugiati nei paesi vicini alle frontiere siriane, in particolare Turchia, Libano e Giordania.
L'Onu ha valutato l'arrivo di almeno 120 mila rifugiati, ma il flusso potrebbe aumentare ulteriormente a causa della brutalita' del regime. L'esercito siriano sta conducendo ''una battaglia assolutamente inaudita di massacro della propria popolazione che rasenta la pulizia etnica ed i crimini contro l'umanita''', ha denunciato Terzi, secondo il quale l'escalation di violenza e repressione in Siria e' andata ''ben al di la' di qualsiasi altra repressione vista nei Paesi delle primavere arabe''. Terzi ha denunciato un altro rischio: che il clima di violenza imposto dal regime ''stia creando le condizioni piu' favorevoli per le organizzazioni terroristiche. Non c'e' dubbio che questa situazione da guerra civile crea le condizioni perche' le organizzazioni jihadiste mettano radici nel Paese'', ha dichiarato il titolare della Farnesina.
Il possibile uso di armi chimiche e' un elemento di grave preoccupazione. Una minaccia ''inaccettabile'', ha detto il ministro britannico William Hague. ''Mostruosa'' ha rincarato il suo collega tedesco Guido Westerwelle. ''La questione e' sotto sorveglianza'', ha riferito il ministro degli esteri francese Laurent Fabius, mentre per la Ashton, ''non c'e' motivo di preoccupazione immediata'', anche se ''l'esistenza di armi chimiche in ogni area di conflitto e' motivo di inquietudine''.
Lo scenario libico con un intervento militare continua ad essere decisamente escluso. La Ue continua a puntare sulla via diplomatica e politica. E si continua a premere su Mosca e Pechino, i cui veti hanno di fatto paralizzato il consiglio di sicurezza dell'Onu. (ANSAmed).