La presidenza del Consiglio non ha spiegato i motivi della decisione del premier, ma il ministro uscente ha lanciato gravi accuse nei confronti dell'esecutivo: "Tutto questo è un atto di vendetta del premier per le mie posizioni e per la contestazione di alcuni presunti atti di corruzione da parte del governo", ha dichiarato Manjani in una conferenza stampa. "Ma ciò che ha fatto traboccare il vaso sono state le mie dichiarazioni contro la coltivazione della marijuana diffusa in tutto il Paese", ha sottolineato il ministro uscente, il quale aveva avanzato nei mesi scorsi anche l'idea di coinvolgere l'esercito per sradicare il fenomeno.
Al posto di Manjani è stato proposto Petrit Vasili, anch'egli esponente del Lsi, ma appare ancora incerto quanto la rimozione di Manjani inciderà nei futuri rapporti fra Ilir Meta, presidente del parlamento nonché leader dell'Lsi, e Rama, a pochi mesi dalle elezioni politiche del 18 giugno. L'Lsi non ha ancora riposto all'invito di Rama di presentarsi insieme in coalizione. (ANSAmed).