Il portavoce del ministro algerino degli Affari esteri aveva posto tre condizioni, ed in particolare l'arresto di una presunta campagna diffamatoria del Marocco contro l'Algeria, la collaborazione effettiva del Regno per arrestare i flussi di traffici illegali ed il porre la questione del Sahara al centro delle relazioni bilaterali.
In questo modo, spiega il comunicato, l'Algeria rompe unilateralmente l'accordo, reiterato a più riprese, di separare la questione del Sahara marocchino dall'evoluzione delle relazioni bilaterali.
"Nessuno - conclude il comunicato - ha il diritto di prendere in ostaggio il destino di una popolazione. Nulla può giustificare un tale accanimento contro le aspirazioni dei due popoli fratelli, in particolare il loro diritto riconosciuto alla libera circolazione".
A schierarsi apertamente col Marocco è anche Charles Saint-Prot, direttore dell'Osservatario degli studi geopolitici (OEG) di Parigi, che, usando parole molto dure, ha definito le condizioni poste dall'Algeria" un ricatto". "Le esigenze di Algeri quasi insultanti - ha detto l'esperto a Radio Medi 1 - sono la prova della volontà del regime algerino di voler affossare il dossier ed è anche la prova che esso abbia tutta la responsabilità del disaccordo con il Marocco e della paralisi dell'Unione del Magreb arabo".
Per Saint-Prot "si ha piuttosto la sensazione che sia l'Algeria a denigrare costantemente il Marocco" e, riguardo ai traffici illeciti, "il governo algerino non è particolarmente ben piazzato per dare lezioni, soprattutto viste le relazioni del suo satellite Polisario con i narcotrafficanti".
La terza condizione relativa al "riconoscimento della posizione del governo algerino riguardo la questione del Sahara marocchino - ha concluso il direttore dell'OEG - dimostra che Algeri è fortemente implicata in questo conflitto". (ANSAmed).