Anche alla luce di queste considerazioni, il cartello delle opposizioni (le quali, dopo un lungo periodo di difficili rapporti, sembrano avere messo da parte divisioni ed ostilità) ha chiesto ancora una volta nuove elezioni presidenziali. Una richiesta che chi sostiene Bouteflika ed il suo governo farà cadere nel vuoto. Non tanto per la seduzione dell'esercizio del potere, quanto perchè, almeno ad oggi, non si profila chi possa prendere l'eredità di Bouteflika, mettendo d'accordo tutti coloro - e sono ancora tanti - che gli vogliono succedere.
Comunque la reiterazione delle richieste sembra cominciare a fare breccia in un'opinione pubblica che è apparsa , sino a ieri, restia ad appoggiare le istanze degli avversari di Bouteflika e del suo contestato entourage. In questo scenario si colloca oggi la visita della delegazione dell'Unione europea, guidata da Bernard Savage, capo della Divisione Maghreb. Formalmente una visita di routine, il cui significato però deve essere valutato considerando quanto l'Ue ritiene importante il dialogo con un Paese che ritiene vitale per la regione per motivi sia energetici che di sicurezza. Ufficialmente si discuterà di cooperazione bilaterale, ma è quasi scontato che l'Unione europea voglia vederci chiaro su quanto sta accadendo in Algeria, ma soprattutto su quanto potrebbe accadere e, quindi, delineare scenari ipotetici e susseguenti strategie. Gli incontri odierni della delegazione Ue con l'opposizione non devono però essere considerati come un avallo, ma più realisticamente come un'occasione di approfondire le tematiche della contingenza politica. Cosa cui ha contribuito anche il recente incontro che l'Ambasciatore dell'Ue ad Algeri, Mark Skolil, ha avuto con Amar Saâdani, leader dell'Fln, partito-guida della maggioranza. (ANSAmed).