Un distinguo che non è solo di carattere giuridico - in gioco, si dice, ci sono anche le libertà personali -, ma essenzialmente pratico perchè, si sostiene dai banchi dell'opposizione dell'Apn, una volta in vigore, la legge non distinguerebbe chi sostiene volontariamente il terrorismo da chi subisce le conseguenze della sua violenza.
Il nodo della querelle - destinata a dilatare i tempi di conversione del progetto di legge - è quanto viene previsto dall'art.3 del progetto di legge (di cui il sito Tsa ha anticipato alcuni passaggi) che colpirà tutti coloro che ''forniranno fondi'' sapendo ''che essi saranno utilizzati da un terrorista o da una organizzazione terroristica'', ''indipendentemente dall'esistenza di un legame tra il finanziamento ed un atto terroristico preciso'' o se ''l'atto terroristico si produce o no, o se i fondi siano stati o no utilizzati per commettere un atto''.
In linea di principio, nulla da eccepire: i terroristi non si fanno certo scrupoli nell'utilizzare tutti i mezzi (essenzialmente illeciti) per alimentare le loro casse utilizzandole per rafforzare gli arsenali. Ma, dicono gli esponenti della opposizione, la legge non fa distinzione alcuna tra chi contribuisce al terrorismo per convincimento politico o coinvolgimento religioso e chi, invece, è costretto a pagare perchè, ad esempio, gli è stato sequestrato un congiunto o perchè subisce una estorsione. Insomma, la legge - se dovesse essere approvata nel testo attuale - colpirebbe indistintamente e con la stessa durezza fiancheggiatori e taglieggiati, con quella che appare come una incongruenza, pur se dettata dalla emergenzialità che ha determinato la nuova legge.
Altro aspetto controverso riguarda il sequestro dei beni ritenuti di propietà o nella disponibilità di un terrorista o di una organizzazione terroristica. Ad oggi i provvedimenti di sequestro hanno una durata di un mese, rinnovabile a discrezione del magistrato inquirente. Nella nuova legge tale limite temporale non viene previsto e quindi, sia pure in linea di ipotesi, il sequestro potrebbe avere una durata indefinita, o almeno sino a quando il relativo processo non andrà a sentenza. (ANSAmed).