(di Stefano Ambu).
(ANSAmed) - CAGLIARI - Le richieste degli operatori commerciali dei Paesi arabi riguardano soprattutto edilizia, formazione e tecnologia nel settore energia: per loro, in questi campi, il Made in Italy è garanzia di qualità.
I produttori sardi rispondono va bene. Ma provano ad inserire nel pacchetto tutto il tipico che si può metter in tavola: tartufo, vino, olio, biscotti, caffè e formaggio. In dirittura d'arrivo ci sono diversi contratti per l'export di vino (per i ristoranti internazionali), olio e pomodori pelati con aziende del settore food saudite e degli Emirati.
Sono stati già fissati tra oggi e domani 250 appuntamenti.
Non solo alimentare. Ci sono anche artigianato artistico, arredamento, costruzioni, turismo, industria. È la parte "pratica" della Prima borsa internazionale delle imprese italo-arabe in corso al Terminal crociere del porto di Cagliari.
Centosettanta aziende arrivano dalla Sardegna, altre dieci dalla Penisola. Le province più rappresentate sono quelle di Cagliari, Oristano, Ogliastra, Nuoro. Per loro la possibilità di avviare rapporti commerciali con le ventidue imprese arabe presenti nelle salette arredate e attrezzate per l'occasione. I Paesi arabi rappresentati sono Arabia Saudita, Emirati arabi, Libano, Egitto, Oman, Algeria, Tunisia. Il punto di incontro oggi è il terminal crociere. Ma domani potrebbe essere il porto canale. Grazie al decollo della zona franca. È lo scenario disegnato dall'assessore regionale dei Trasporti Massimo Deiana: "Il porto - ha detto - può creare le migliori condizioni per questi rapporti. Pensiamo alla zona franca: l'infrastrutturazione tecnica e organizzativa sta crescendo. E stiamo lavorando per perimetrare un primo pezzo di Free zone. Può essere una svolta, soprattutto, nei rapporti commerciali con Maghreb e Medio oriente".
Gli investitori italiani? Benvenuti. Il messaggio è stato lanciato dall'ambasciatore della Repubblica dell'Iraq Sabir Mustafa Barzani. "Siamo un Paese che si sta mettendo alle spalle dittatura e guerre. Il terrorismo? È concentrato nel nord est del Paese, centro e sud stanno procedendo nel loro percorso di sviluppo".
Nel frattempo ha rassicurato l'Europa. "Il pericolo Isis? Basso". Pericolo infiltrazioni tra i profughi? "No - spiega l'ambasciatore - il movimento dei terroristi non è dal Nord Africa all'Europa, ma dall'Africa (e dalla stessa Europa) al Medio Oriente. Io bersaglio principale poi dei terroristi non sono quelli delle altre religioni, ma innanzitutto i musulmani che non la pensano come loro".
Domani si continua: si parla anche di Expo, costruzioni, artigianato e fonti rinnovabili. (ANSAmed).