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Algeria: Bouteflika ordina a governo, nuove tutele per donne

Soprattutto dopo divorzio, ma nel rispetto dell'islam

10 marzo, 12:32

(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 10 MAR - L'occasione - la Giornata dei diritti della donna - era quasi imperdibile e il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika ne ha approfittato per annunciare (con un discorso letto dal ministro della Famiglia, Mounia Meslem) di avere "ordinato" al governo di istituire un comitato che, a 10 anni dalla prima revisione del Codice della famiglia, riscriva gli articoli che, in materia di divorzio, tutelano le spose. In particolare il "khol", cioè il divorzio che è chiesto dalla coniuge. Misure, ha fatto intendere Bouteflika (le cui indicazioni, in virtù del suo ruolo istituzionale, devono essere recepite dall'esecutivo), che dovranno rafforzare il ruolo e tutelare la donna, sia in termini di diritti acquisiti che in seno alla società. Anche se Bouteflika ha scelto una celebrazione legata alla Giornata internazionale di tutela dei diritti delle donne, è facile legare le sue parole al feroce dibattito scatenatosi dopo l'approvazione della legge contro le violenze di genere tra le due anime dell'Algeria, quella laica e quella dichiaratamente confessionale, dove i ruoli del maschio e della femmina sono assegnati dall'islam, in una interpretazione certo non modernista.

Nel messaggio di Bouteflika, al di là della valenza politica, si sono rilevate alcune prese di posizione nette. La prima e più evidente è che il presidente sembra avere preso a cuore la condizione della donna dopo il divorzio, oggi con poche e spesso inosservate tutele, anche in considerazione di come la rottura del matrimonio si riverbera sui figli. Bouteflika, sempre attento a non alterare i delicatissimi equilibri tra istituzioni e religione, ha calibrato le parole che riguardano tali rapporti, affermando che "dobbiamo migliorare le leggi relative alla famiglia in armonia con le esigenze della nostra epoca e della vita moderna, sia per l'uomo che per la donna, in materia di vita sociale (...) mirando ad assicurare una totale conformità di ciò che decide il legislatore con la nostra santa religione". Ovvero, rafforzare le tutele per la donna, ma non andando a scontrarsi con il carico delle limitazioni esistenti e riconducibili all'islam. Una interpretazione rafforzata da un altro passaggio, quando Bouteflika ha affermato che l'emancipazione della donna non è in antinomia con la religione.

L'iniziativa ha diviso la "platea" che in essa ha colto accenti assai diversi. Nel senso che, se c'è stato chi ha cantato vittoria, c'è stato chi invece, tra gli esponenti dell'islam tradizionale, ha storto il naso, ritenendo la donna destinata dalla nascita ad un ruolo di subalternità all'uomo, nella vita, nella famiglia, nel lavoro. Tasto quest'ultimo su cui Bouteflika ha battuto rivendicando eguali diritti.(ANSAmed).

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