La collaborazione avviata dall'Interpol è legata ai risultati della lotta che l'Algeria conduce contro il terrorismo (sono pressoché quotidiane le notizie di abbattimenti di miliziani islamici un po' ovunque) ed anche al ruolo che essa ha conquistato nello scacchiere regionale e che ne hanno fatto il punto di riferimento dei Paesi vicini. Che ne stanno imitando le tecniche, ma - vista la disparità di armamento e preparazione - senza gli stessi risultati. Secondo una relazione dell'Interpol, che è stata trasmessa in queste ore ai responsabili di Difesa e sicurezza algerine, sono circa 1500 i terroristi che cercano di eludere l'imponente sistema di controllo delle frontiere. E cercherebbero di farlo, secondo l'Interpol, non in armi - peraltro facilmente reperibili in Algeria, dove sono giunte in grande quantità dalla Libia post-Gheddafi -, ma seguendo la strada convenzionale del passaggio della frontiera, grazie a passaporti falsi, ma di perfetta fattura. La segnalazione dell'Interpol è corredata dai nomi dei 1500 terroristi, di differente nazionalità (si parla di Tunisia, Marocco, Egitto e Libia, ma anche di Siria e Mali) e che avrebbero fatto giuramento di fedeltà all'Isis. Cosa che, negli ultimi giorni, ha fatto (con tanto di video, diffuso sabato, con la consueta scenografia, tra mitra, vessilli neri e visi coperti) un gruppo jihadista di recente costituzione, Ansar Al Khilefa, che agisce sui contrafforti di Skikda, a circa 500 chilometri da Algeri.
(ANSAmed).