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Algeria: violenza dilaga nelle scuole, 40 mila casi in 2014

Bullismo contro studenti e insegnanti

11 maggio, 14:36

(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 11 MAG - Nel 2014, nelle scuole e negli istituti superiorei algerini, sono stati censiti oltre quarantamila casi di violenza. Ma è una stima che gli esperti del Ministero dell'Educazione ammettono forse essere per difetto, lasciando intendere che molti casi potrebbero essere non denunciati per paura.

Quello della violenza in ambiente scolastico sta diventando un problema in Algeria, che pure vanta uno dei sistemi educativi più avanzati della regione, ma che evidentemene non è in grado di evitare esplosioni di violenza che non sono solo tra studenti e allievi, ma anche diretti verso gli insegnanti, esposti ad azioni di matrice bullistica a cui non possono sfuggire. Il numero di quarantamila ha una fonte al più alto livello perchè a fornire il dato è stato ieri l'ispettore generale del Ministero dell'Educazione nazionale, Medjadi Messeguem, che, nel corso di una intervista rilasciata alla radio nazionale, non ha cercato di ridimensionare il fenomeno che sembra non avere confini geografici precisi, dal momento che si manifesta in ogni provincia e in moltissime città.

Messeguem peraltro ha riferito che nella scuola non si manifestano solo azioni di pura violenza, dal momento che nel suo ambito sono stati rilevati episodi di vandalismo, di uso di sostanze stupefacenti e consumo di bevande alcoliche, ma anche di racket, ad opera di studenti che taglieggiavano loro colleghi. Davanti a questa situazione il Ministero dell'Educazione nazionale ha deciso di reagire, tenendo comunque conto dell'esigenza di comprendere perchè si arrivi ad azioni violente. Se, cioè, è solo conseguenza dell'emarginazione sociale e familiare da cui provengono gli alunni e gli studenti violenti o se, per la sua parte, la scuola non sia essa stessa corresponsabile di quanto accade. Come potrebbe essere nel caso di scarsi o inesistenti controlli di sicurezza all'ingresso degli istituti scolastici o se i programmi scolastici (e quindi anche i profesori chiamati ad applicarli) non siano sufficienti sul piano dell'azione di contrasto al fenomeno.

A breve il Ministero varerà un programma di prevenzione, formando su di esso i docenti. Ma tutto questo a poco servirà se gli studenti e gli allievi non prenderanno coscienza della gravità dei loro atti, non tanto da un punto di vista pratico (denunce, arresti, processi), quanto morale. Cioè fare comprendere loro il male prima che ne siano travolti. (ANSAmed).

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