(di Rodolfo Calò)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 8 GIU - Il "tempo è cruciale" per la
soluzione della crisi libica ed entro le prossime "due
settimane" si dovrà raggiungere un accordo per un governo di
unità nazionale. Al termine della trilaterale con Egitto e
Algeria, ieri al Cairo, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni
lancia un messaggio chiaro a Tobruk e Tripoli e torna sul tema
caldo dell'immigrazione negando che gli interventi di soccorso
di navi di Paesi europei nel Mediterraneo contribuiscano ad
attrarre profughi verso l'Italia. Nel concerto delle pressioni
internazionali di questi giorni per convincere le parti a
trovare un accordo, l'Italia ha messo in campo il "suo" formato
trilaterale che riunisce attorno ad un tavolo due sponsor
contrapposti dei contendenti Tobruk e Tripoli, rispettivamente
Egitto e Algeria. L'incontro di Gentiloni con il capo della
diplomazia del Cairo, Sameh Shoukry e con il ministro per gli
Affari maghrebini di Algeri, Abdelkader Messahel, è stato il
secondo in questo formato dopo quello dell'8 aprile svoltosi a
Roma su impulso italiano per raccordare l'Egitto, sostenitore
del governo riconosciuto di Tobruk, e l'Algeria, politicamente
più vicina a Tripoli dove sono al potere milizie islamiche. La
trilaterale si è svolta alla vigilia di un nuovo round negoziale
sotto egida Onu che inizia domani a Skhirat, in Marocco, per la
formazione di un governo di unità nazionale che risolva la
principale frattura all'origine della crisi libica e consenta di
unire le forze contro il dilagare dell'Isis soprattutto nel
Golfo della Sirte e le partenze di clandestini nell'ovest del
paese. Come lasciato intendere dall'inviato speciale dell'Onu
per la Libia, Bernardino Leon, rischia fortemente di saltare la
scadenza dell'inizio del Ramadan (fra dieci giorni) entro cui
trovare un'intesa. Per il nuovo round negoziale però, ci sono
"alcuni margini possibili di successo", ha sostenuto il titolare
della Farnesina sottolineando che si è "in una settimana che può
rivelarsi decisiva": "sono giornate in cui, prima in Marocco,
poi in diverse altre sedi internazionali, ci sarà un tentativo
di arrivare finalmente ad accordo". L'altro "messaggio" venuto
dall'incontro, sempre secondo dichiarazioni del ministro, è
stato indirizzato al popolo libico: otterrete dal mondo ogni
tipo di sostegno, anche "economico" e di "sicurezza", se
deciderete di accordarvi evitando un conflitto interno. Il capo
della diplomazia italiana è tornato anche a parlare
dell'emergenza dei migranti che si riversano nel Mediterraneo
dalle coste libiche. Di fronte alle notizie di migliaia di
salvataggi in mare compiuti nelle ultime ore, Gentiloni ha
negato che gli interventi di soccorso di navi di Paesi europei
nel Mediterraneo contribuiscano ad attrarre profughi verso
l'Italia creando una sorta di corridoio umanitario: "Non credo
che ci sia un fattore di attrazione derivante da questa o quella
operazione europea", ha detto il ministro ricordando che "I
flussi migratori nascono da guerre, crisi, povertà. L'Europa ha
il dovere umanitario e politico di condividere questo impegno".
(ANSA).
CAL-GA/ S0A QBXB