In materia di nascite, quindi, come sottolinea il quotidiano Horizons, si è invertita la tendenza in calo registratasi nel 2012 e nel 2013. Peraltro è in costante crescita la speranza di vita, che nel 2000 era di 72,5 anni, passata nel 2014 a 77,2 anni (76,6 per gli uomini; 77,8 per le donne). Pur se, e questo va iscritto nei 'numeri negativi', la mortalità infantile resta un problema (15.077 i parti con esito infausto per i neonati).
Numeri importanti ed estremamente significativi che devono essere letti con attenzione, partendo, innanzitutto, dal presupposto che la risposta dello Stato al crescere costante della popolazione deve essere più reattiva, più efficace e comunque lungimirante rispetto alla mutata situazione demografica. Nel mondo occidentale l'incremento della popolazione ufficiale è in gran parte dovuta all'iniezione nei numeri dovuta ai flussi migratori regolari. In Algeria è invece un processo 'interno', con il tasso di natalità che continua costantemente crescere, forse anche troppo in termini assoluti. E' certamente un problema culturale, perché la famiglia - intesa come nucleo fondante della società - è numericamente importante. Ecco perché le autorità algerine cominciano a pensare a programmi di sensibilizzazione per una procreazione 'ragionata', che, non opprimendo il senso della famiglia, inducano ad una visione più complessiva e proiettata nel medio periodo, in termini economici e sociali, oltre a quelli della tradizione. L'Algeria, che vive una lunga stagione di drammatica crisi economica, che talvolta si traduce in esplosioni di violenza di strada, ha bisogno di riconsolidare le proprie finanze per potere offrire ai suoi cittadini quel che serve. A cominciare da occasioni di lavoro soprattutto ai giovani, cioè a coloro che formeranno nuovi nuclei familiari, e con essi nuove spinte demografiche. (ANSAmed).