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Algeria: dopo espulsioni, tornano migranti subsahariani

Secondo stime ufficiali sono 35mila, emarginati e poveri

24 luglio, 12:37

(ANSAmed) - ROMA, 24 LUG - Il loro numero reale resta un mistero perchè se le stime delle autorità lo fissano in 35 mila, altre, elaborate da organizzazioni caritatevoli o demoscopiche, parlano di non meno di 55 mila individui. Sono i migranti, in maggioranza provenienti da Paesi della fascia subsahariana, che vivono - ma sarebbe più corretto dire che sopravvivono - nei maggiori centri algerini, senza lavoro, senza una casa, senza una parvenza di assistenza sanitaria. Vagano a decine chiedendo l'elemosina e ricevendo spesso l'aiuto solidale da parte di famiglie, con donazioni di cibo e vestiario. E' un problema che l'Algeria ufficiale considera con grande attenzione e timori, perchè, nonostante gli sforzi profusi negli ultimi anni, si ripresenta ciclicamente, se possibile in termini ancora più drammatici del passato. Come testimoniano le decine di clandestini morti durante le traversate delle implacabili piste del deserto. I migranti arrivano da Paesi con situazione sociali ed economiche diverse (Mali, Nigeria, Burkina Faso, Liberia) e sembrano trovare solo in Algeria le condizioni minime per andare avanti. Ma il Paese non appare attrezzato per fare fronte ad una situazione che s'è tramutata in emergenza nel momento in cui l'Algeria non è stata considerata solo una tappa di transito verso l'Europa, ma come un possibile approdo per porre fine definitivamente a traversie indicibili. Le autorità di Algeri hanno trovato un punto d'accordo con il Niger, con una serie di rimpatri che hanno riportato a casa (per modo di dire: vengono di fatto lasciati nel primo villaggio al di là del confine) migliaia di nigerini, in maggioranza donne e bambini, alcuni dei quali soli. Ma è si tratta di un solo (e peraltro difficile e faticosamente raggiunto) accordo bilaterale, una strada che s'è dimostrata impossibile per rimpatriare uomini e donne di altre nazionalità, i cui rispettivi governi si sono mostrati sordi alle istanze algerine.

Ma a problema s'è aggiunto problema, perchè si stanno moltiplicando le richieste di asilo di siriani che ritengono l'Algeria il solo Paese che può accoglierli ufficialmente e, soprattutto, in tempi brevi, evitando così il calvario dei campi profughi. Ma Algeri ha deciso di imprimere una stretta alla concessione dell'asilo ai siriani, cui negli ultimi tempi si stanno accodando anche profughi provenienti da un'altra terra disgraziata, l'Iraq. E' comunque evidente che, a sovrintendere alla politica in materia di accoglienza in Algeria, non è il respingimento. Questo non risolve il problema, ma, allungando i tempi, forse ne rende più difficile la soluzione.(ANSAmed).

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