La campagna "repressiva" - si legge in una nota - è scattata il 22 settembre, quando la polizia e la gendarmeria hanno iniziato a effettuare arresti ad Algeri e nei suoi sobborghi.
Gli arresti sono stati eseguiti sulla base del profilo razziale, senza cercare di verificare attraverso passaporti e altri documenti se i migranti avessero diritto di stare nel Paese.
Alcune delle persone poi espulse erano migranti irregolari, altri avevano dei regolari permesso di soggiorno.
"Non esiste alcuna giustificazione per rastrellare ed espellere centinaia di persone sulla base del colore della loro pelle o del loro presunto paese di origine: si tratta di un caso eclatante di discriminazione razziale", ha dichiarato Heba Morayef, direttrice delle ricerche sull'Africa del Nord di Amnesty International". (ANSAmed).