(di Alessandra Antonelli) (ANSAmed) - DUBAI - La Corte di Cassazione del Bahrein ha ordinato un nuovo processo per 21 attivisti accusati di sovversione contro la monarchia. Tra questi Abdul Hadi Abdullah Al Khawaja, in sciopero della fame da 80 giorni, che rimarra' in carcere fino al nuovo dibattimento.
I 21 imputati, di cui sette giudicati in contumacia, erano stati condannati a pene varianti da due anni all'ergastolo con l'accusa di aver istituito gruppi terroristici con legami internazionali con il fine di rovesciare la monarchia e cambiare la costituzione.
Tra febbraio e marzo dell'anno scorso la piccola isola petrolifera e' stata protagonista di un capitolo della Primavera araba che ha stravolto il panorama politico del Medio Oriente.
Tuttavia, la sollevazione popolare che chiedeva piu' democrazia e meno discriminazioni in un primo momento unitaria, si e' presto polarizzata su linee settarie. Durissima la repressione della monarchia, sunnita, che governa un Paese a larga maggioranza sciita. Rinforzi sono giunti dall'Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti con un bilancio finale di oltre 30 morti, centinaia di arresti e decine di casi di torture finite sotto i riflettori internazionali.
Nonostante il Bahrein, sotto pressione da parte delle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani, abbia tentato una rilettura dei fatti e dei metodi della repressione - e la decisione di un nuovo processo potrebbe essere letta proprio in questa prospettiva - molti attivisti sono ancora in carcere.
Il caso ha acquisito una dimensione internazionale grazie allo sciopero della fame intrapreso da Al Khawaja, in segno di protesta contro il verdetto nei suoi confronti: ergastolo. Di nazionalita' danese, Al Khawaja ha continuato il digiuno anche una volta trasferito in ospedale e nonostante i ripetuti, e falliti, sforzi di Stoccolma prima e dell'Onu poi, per ottenerne l'estradizione in Danimarca.
Il rifiuto delle autorita' bahrenite ha dato il via, anche nei giorni scorsi, ad ulteriori scontri, a tratti molto violenti, tra giovani sciiti e le forze di sicurezza.
Sono delusi i legali di Al Khawaja che speravano in un annullamento della sentenza d'appello, ma restano speranzosi che un nuovo dibattito possa giovare alla definitiva difesa dell'attivista. (ANSAmed).