Lo stesso giorno il primo presidente del dopo Mubarak comincia una delicata missione in Arabia saudita, scegliendo il regno del Golfo come sua prima destinazione all'estero dopo il suo insediamento. Poco prima di salire a bordo dell'aereo che lo ha portato a Gedda, Morsi ha fatto diffondere un comunicato nel quale stempera i toni e dichiara di non volere scontri istituzionali.
Ieri la Corte ha annullato il decreto col quale domenica scorsa Morsi ha riconvocato la Camera bassa, con un evidente sapore di una sfida aperta. Ma oggi il primo presidente della Fratellanza sembra tornare sui suoi passi, sostenendo che la mossa aveva come unica intenzione quella di colmare un vuoto legislativo. Il braccio di ferro approderà martedì prossimo nelle aule della Corte di Cassazione che prima della pausa estiva si ritroverà sul tavolo, oltre ai ricorsi riguardanti lo scioglimento dell'Assemblea del popolo, anche quelli contro il decreto presidenziale e quelli per lo scioglimento dell'assemblea Costituente, il cui presidente Hossam el Gheriani é stato ricevuto da Morsi oggi.
In Arabia saudita, Morsi farà il piccolo pellegrinaggio nei luoghi santi dell'Islam e si confronterà con un paese che ha avuto da sempre rapporti molto stretti con l'ex rais. "Non bisogna dimenticare anche la grande simpatia che è stata dimostrata a Mubarak dopo la sua caduta", osserva all'ANSA Abdel Moneim Saiid , analista del centro studi Al Ahram, ricordando che nei mesi passati ci sono state tensioni anche forti fra Egitto e Arabia saudita, culminate con l'assalto all'ambasciata saudita al Cairo e il richiamo in patria del suo ambasciatore. Riad, che ha con il Cairo rapporti economici e strategici molto importanti, vorrà, sottolinea Saiid, essere rassicurata che l'Egitto non esporti i venti della primavera araba, così come vorrà avere chiarimenti sulle possibili aperture verso l'Iran, il peso massimo sciita e suo antagonista nella regione. I primi segnali dall'Egitto sembrano ridimensionare le avances verso Teheran. Un'intervista di grandi aperture di Morsi ad un'agenzia iraniana era stata smentita dal suo staff. E il neo presidente, nel suo primo discorso dopo il giuramento, ha affermato che l'Egitto non esporta la rivoluzione. "Non interveniamo negli affari di Stati o popoli e al tempo stesso non permetteremo a nessuno di intervenire nei nostri", ha detto.
Messaggio chiaro e doppio, rivolto a Gedda e probabilmente anche agli Usa. Sabato arriverà al Cairo il segretario di Stato Hillary Clinton. (ANSAmed).