''Abbiamo un progetto di partenariato - ha raccontato Touhami - con il Marocco, la Giordania, i territori palestinesi e la Spagna, insieme a reti di donne imprenditrici''. Anche se non ha tanti fondi, perche' si tratta di ''un piccolo progetto da 250mila euro'', puntera' soprattutto sull'organizzazione delle Giornate dell'imprenditoria delle donne, cioe' una serie di seminari che forniscono alle studentesse una consulenza gratis per creare nuove imprese. Le Giornate dell'imprenditoria saranno ospitate dalle universita' locali, dando formazione, consigli, motivazioni e nozioni chiave per mettere su un'azienda, dando una particolare attenzione alle questioni legate alle donne.
L'inizio del progetto e' previsto nei primi mesi del 2013 e durera' circa un anno. L'iniziativa nasce in collaborazione con l'associazione delle donne imprenditrici del Mediterraneo AFAEMME, una piattaforma che riunisce 41 organizzazioni da 21 Paesi del bacino e potra' contare su una partnership pubblico-privato. ''Una societa' privata - ha spiegato il consulente del segretariato dell'Upm - si e' interessata al progetto, per la sua immagine e per allargare il suo mercato ai Paesi della sponda Sud'' del Mediterraneo. Sulle donne punta anche la Commissione europea nella trasformazione della sua politica di vicinato che non intende lasciarsi sfuggire il ''tremendo potenziale'' del business al femminile. ''Guardare alle donne come imprenditrici ha un senso dal punto di vista economico, perche' sono brave'' ha detto ad ANSAmed Marcus Cornaro, il vicedirettore generale di EuropeAid, la direzione che si occupa di sviluppo e cooperazione della Commissione europea. Perche' le donne possano fare impresa pero' e' importante secondo Cornaro anche che ''il quadro legislativo'' favorisca la parita' di genere, cosi' come ad esempio la microfinanza. Esempi di donne imprenditrici ''ce ne sono vari in Paesi come Pakistan, Turchia ed Egitto, - ha aggiunto Cornaro - ma ci sono ancora ostacoli da superare a livello di comunita' locali''. (ANSAmed)