Il 54% degli intervistati - uomini e donne - dice si' alla nomina di donne alla carica di ministro, il 52% a donne diplomatico, il 57% a chef nelle cucine dei ristoranti, l'88% ad istruttrici nelle palestre.
Il sondaggio, condotto dall'Al Sayad Khadija bint Khwailid Center, ong affiliata alla Camera di Commercio e dell'industria di Gedda, e' stato realizzato su campioni in undici citta' del regno petrolifero offrendo cosi' uno spaccato accurato delle diverse regioni geografiche del Paese.
Non e' ancora maggioranza ma ci siamo quasi, anche per il riconoscimento di figure tradizionalmente maschili non solo in Arabia Saudita e per l'Islam: il 42% si e' detto favorevole a donne teologo e il 48% a vederle membri giudicanti in una Corte della Shariah, il tribunale islamico.
In Arabia Saudita le donne non godono ancora di diritti basilari come spostarsi o viaggiare senza un accompagnatore maschio, guidare e votare. Nonostante un clero ultra-conservatore e potente, re Abdullah ha intrapreso piccoli passi verso l'emancipazione della donna.
In ambito politico, e' stato il sovrano a nominare, l'anno scorso, 30 deputate in seno al Consiglio Consultivo, il parlamento saudita composto da 150 membri, mentre nel 2011 ha aperto al voto e alle candidature al femminile, ma solo per le elezioni amministrative e solo a partire dal 2015.
Il sondaggio del Centro presieduto dalla principessa Adelah bin Abdullah bin Abdul Aziz, figlia dell'attuale sovrano saudita, ha tuttavia rilevato un'anomalia.
Mentre nel regno ferve negli ultimi anni una campagna di sensibilizzazione che ha avuto ampio risalto anche nei media internazionali perche' alle donne venga riconosciuto il diritto alla guida, solo il 47% delle donne intervistate ha affermato che guiderebbe nel caso venisse consentito. Gli uomini che acconsentirebbero a far guidare le loro mogli o figlie sono il 44%. Colpisce infine quell'88% di fiducia alle istruttrici sportive, a testimonianza di un'altra battaglia - quella della liberta' di praticare sport - che ha ultimamente collezionato qualche vittoria: dalla partecipazione delle prime atlete alle Olimpiadi del 2012, all'approvazione, ad aprile, dell'inserimento di educazione fisica nei curricula scolastici delle scuole femminili.(ANSAmed).