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Isis: monarchie Golfo, guerra linguistica oltre che militare

No all'uso di "stato Islamico" per definire jihadisti

25 settembre, 14:20

(Di Alessandra Antonelli) (ANSAmed) - DUBAI, 25 SET - Impegnati da una parte nell'annientamento dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante appoggiando concretamente la coalizione internazionale con logistica ed operazioni aeree, gli stati arabi del Golfo petrolifero si schierano anche su un altro fronte, quello linguistico e culturale, che vuole rimuove il concetto di "islamico" dagli obiettivi dell'organizzazione dichiarata invece, senza mezzi termini, "terrorista".

Piu' caute inizialmente, le monarchie che appoggiano i bombardamenti americani in Siria ed Iraq, escono lentamente allo scoperto confermando la loro partecipazione diretta anche nei bombardamenti, dagli Emirati Arabi uniti alla Giordania e prendendo distanze ideologiche nette.

"Stiamo affrontando una situazione particolarmente pericolosa dove cellule terroristiche si sono trasformate in eserciti che si estendono dalla Libia allo Yemen," ha detto il principe saudita Saud Al Faisal, ministro degli esteri del regno. Eserciti che non hanno nulla a che spartire con l'Islam puntualizza il principe ereditario Salman bin Abdul Aziz Al Saud sostenendo a gran voce come" teologi e accademici religiosi debbano denunciare la corruzione delle idee e delle azioni di Daesh (Stato Islamico dell'Iraq e del Levante ndr) che danneggia l'immagine dell'Islam distorcendone il messaggio e proponendolo come religione di assassini e decapitazioni." Una posizione sentita anche dalle altre monarchie della regione.

"Ogni figura religiosa ed ogni luogo di culto e studio della religione musulmana devono scandire a chiare lettere che questo non e' Islam e che questi non sono musulmani. Questa e' una dottrina deviata," ha detto lo sceicco Khalid bin Ahmad Al Khalifa," ministro degli esteri del Bahrein. Per il re di Giordania Abdallah, i jihadisti non dovrebbero nemmeno definirsi musulmani.

"Sentirli parlare in nome dell'islam e' terribile e scioccante," ha dichiarato il sovrano hashemita durante un'intervista all'emittente televisiva Cbs. Una politica di pensiero che sta positivamente percorrendo le vie diplomatiche, ben oltre la regione.

Il ministero degli affari esteri francese ha comunicato che l'acronimo Isil, per evitare confusioni e sovrapposizioni tra Islam, musulmani ed islamici, sara' sostituito dall'arabo "Daesh".

In Inghilterra la questione e' dibattuta sulla stampa, e a New York, il segretario dell'Onu, Ban Ki-Moon, ha sottolineato ieri durante la riunione del Consiglio di Sicurezza presieduta dal presidente Barack Obama, che "l'Isis dovrebbe essere definito lo Stato non islamico". (ANSAmed).

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