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Arabia Saudita: campagna per diritto guida donna un successo

In un anno postati 2800 video di gentil sesso al volante

27 ottobre, 17:22

(Di Alessandra Antonelli) (ANSAmed) - DUBAI, 27 OTT - Termina con meno clamore rispetto gli inizi, ma la campagna "26 ottobre" per il riconoscimento al diritto di guida alle donne in Arabia Saudita e' stata un successo ed ha centrato il punto: sollevare polvere e attenzione intorno all'anacronismo sociale. Cosi' dicono le attiviste che la avevano ideata.

L'inaugurazione della campagna, lo scorso anno, aveva attirato l'attenzione dei media internazionali ma anche quella delle autorita' sauditen che avevano firmato arresti e qualche condanna nei confronti delle tante donne che si erano messe al volante sulle strade del regno saudita. Durante gli scorsi 12 mesi, tuttavia, sono stati circa 2800 i video spediti al sito della "oct26driving", atti di coraggio e di sfida di altrettante donne che avevano voluto testimoniare l'appoggio alla campagna e le loro effettive capacita' sulle quattro ruote.

"Non e' passato un giorno in cui non abbiamo ricevuto almeno due filmati," ha dichiarato una delle attiviste citate dal portale di Al-Jazeera, volutamente rimasta anonima per evitare riconoscimenti e ripercussioni giudiziarie.

Giovedi' scorso, a ridosso del fine settimana che segnava anche la fine di questa prima fase della campagna, il ministero degli Interni saudita aveva rilasciato un avviso che annunciava "severi provvedimenti" per chiunque contribuisse in qualsiasi modo o con qualsiasi atto a "minacciare la coesione sociale".

Consapevoli che il tragitto e' ancora lungo, le attiviste reputano il monito del ministero degli interni un dato positivo.

"Obiettivo della campagna e' anche alzare polvere intorno all'argomento - ha commenta l'attivista - E se suscitiamo una reazione, vuol dire che ci stiamo riuscendo".

Alle donne del ricco regno petrolifero, che segue una stretta interpretazione dell'Islam, non sono riconosciuti diritti universali come quelli di voto o di spostamento. Tra questi, anche il diritto alla guida.

Tuttavia, in passato, autorita' religiose ed accademiche si sono espresse a favore della possibilita' di garantire il diritto alle donne di guidare, dal momento che il divieto non trovava riscontri nei testi sacri dell'Islam e della sua giurisprudenza. I pareri positivi non hanno pero' ancora trovato la strada del cambiamento legislativo. Le attiviste saudite non sono nuove ad iniziative come quella conclusasi in questi giorni. Nel 1990, 47 donne furono arrestate e severamente punite per aver violato il divieto di guida. Nel 2011, la diffusione dei social network siglo' il decollo ed il successo di "Women2drivecampaign", anche se poi l'iniziativa fini' in arresti e frustate contro le aderenti. (ANSAmed)
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