Lo denuncia la moglie, Ensaf Haidar, parlando con il quotidiano britannico Independent. Le autorità dell'Arabia Saudita vorrebbero, infatti, riprocessarlo per apostasia e, nel caso fosse trovato colpevole, rischierebbe la pena capitale. Il caso del blogger, la cui condanna prevede che gli vengano inferte 50 frustate a settimana, aveva suscitato la proteste di Amnesty International e di altre associazioni per i diritti umani. Badawi, 31 anni, aveva ricevuto la prima serie di frustate il 9 gennaio scorso sulla pubblica piazza a Gedda, davanti alla moschea Al Jafali. Poi i colpi di frusta erano strati sospesi ufficialmente per ragioni mediche. Il Dipartimento di Stato americano e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti umani hanno rivolto numerosi appelli alle autorità saudite per chiedere l'annullamento della pena. Lo scorso 10 febbraio, nel suo primo incontro con il nuovo re saudita, il principe Carlo aveva sollevato il caso del blogger ascoltando l'appello di Amnesty International. (ANSAmed)
Arabia Saudita:moglie blogger condannato, rischia pena morte
Dopo pena 1.000 frustate, Riad vuole riprocessarlo per apostasia
Lo denuncia la moglie, Ensaf Haidar, parlando con il quotidiano britannico Independent. Le autorità dell'Arabia Saudita vorrebbero, infatti, riprocessarlo per apostasia e, nel caso fosse trovato colpevole, rischierebbe la pena capitale. Il caso del blogger, la cui condanna prevede che gli vengano inferte 50 frustate a settimana, aveva suscitato la proteste di Amnesty International e di altre associazioni per i diritti umani. Badawi, 31 anni, aveva ricevuto la prima serie di frustate il 9 gennaio scorso sulla pubblica piazza a Gedda, davanti alla moschea Al Jafali. Poi i colpi di frusta erano strati sospesi ufficialmente per ragioni mediche. Il Dipartimento di Stato americano e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti umani hanno rivolto numerosi appelli alle autorità saudite per chiedere l'annullamento della pena. Lo scorso 10 febbraio, nel suo primo incontro con il nuovo re saudita, il principe Carlo aveva sollevato il caso del blogger ascoltando l'appello di Amnesty International. (ANSAmed)