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Arabia Saudita: primo importatore armi al mondo

In 2014 budget militare cresce del 54% a $6,5 mld

09 marzo, 13:45

(di Alessandra Antonelli) (ANSAmed) - DUBAI, 09 MAR - Scippando il primato all'India, e' l'Arabia Saudita il primo importatore di armi al mondo nel 2014,con una spesa di 6,5 miliardi. Lo mettono nero su bianco i dati dell'appena pubblicato Rapporto sulla difesa globale, della società di consulenza Ihs. L'impennata degli investimenti militari e' quantificata al 54%, percentuale destinata a rimanere pressoché' stabile (52%) quest'anno, con una spesa di 9,8 miliardi di dollari. Uno ogni sette dollari speso globalmente in importazioni militare, sara' speso dall'Arabia saudita, rivela il rapporto. Le fratture geopolitiche, l'ascesa di Daesh, come gli arabi chiamano lo stato islamico dell'Iraq e della Siria (Isis), la disponibilita' finanziaria grazie alle ricchezza petrolifera nonostante il forte calo del prezzo del greggio, hanno dato impulso ad una politica di acquisti che riflette un nuovo consolidamento del regno saudita come protagonista egemone della regione.

Vicini geograficamente e politicamente, gli Emirati Arabi uniti (Eau), secondo potenza economica dopo l'Arabia Saudita, seguono Riad nella spesa militare. Complessivamente, i due paesi hanno investito 8,7 miliardi in sistemi ed apparati di difesa, piu' di tutti i paesi dell'Europa dell'Est insieme.

Il Medio Oriente, spaccato da conflitti e tensioni da un estremo all'altro, dalla Libia allo Yemen passando per la Siria e l'Iraq, e' stato uno dei fattori che a spinto la spesa militare globale, per un volume di affari che ha sfiorato i 65 miliardi di dollari, e che ha consolidato gli Stati Uniti e la Russia come i primi due esportatori di materiale bellici. L'Italia si conferma tra i primi dieci paesi esportatori al mondo salendo al sesto posto dopo Francia, Regno Unito e Germania e seguita da Israele, Cina, Spagna e Canada. La Finmeccanica entra, al decimo posto, tra le top-ten aziende esportatrici globali. Il Medio Oriente, la regione con il piu' alto tasso di concentrazione di conflitti, ha speso 120 miliardi di dollari, ha calcolato il Paramount Group, il 12% in piu' rispetto l'anno precedente.

Un ruolo determinante hanno assunto le monarchie petrolifere, non solo per le cifre dei rispettivi budget militari, ma per la loro crescente incisivita' nello scenario regionale: non si limitano piu' a finanziare operazioni e cambiamenti rimanendo in penombra, ma partecipano attivamente, come nel caso dei bombardamenti degli Eau e del Bahrein, prima sospesi, poi ripresi, contro obiettivi dell'Isis. (ANSAmed)
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