"Stiamo preparando un piano per l'introduzione del Paese nel Consiglio da presentare all' Arabia Saudita il mese prossimo, " ha dichiarato alla stampa il portavoce di Hadi.
Il Ccg, nato nel 1981 come risposta alla massiccia e destabilizzante rivoluzione islamica iraniana del 1978, comprende attualmente Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Kuwait Bahrein ed Oman. In attesa si aderire, invece, la Giordania e il Marocco.
Lo Yemen, precipitato in aperto conflitto intestino dallo scorso settembre, e' l'unico paese della penisola Arabica a non far parte dell'unione politico-economica ma avrebbe dovuto aderire nel 2015, secondo la risoluzione strategica passata dallo stesso Ccg nel 2005.
Un decennio di tempo per rimettere in sesto il Paese con l'aiuto delle generose donazioni dei vicini, ma ancor oggi afflitto, oltre che dall'attuale conflitto, da una disoccupazione che paralizza il 50% della popolazione, dal piu' alto tasso di poverta' del mondo arabo e da un tasso di analfabetismo del 25% tra i giovani dai 15 ai 24 anni. Una situazione in stallo, complici una corruzione dilagante e l'instabilita' politica sfociate nel 2011, sull'onda delle primavere arabe, dalla destituzione dell'allora presidente Ali Abdulla Saleh, di cui gli Houti sono fedeli. Una transizione relativamente pacifica, traghettata dall'intervento diplomatico delle monarchie petrolifere. Nel 2012 il Ccg ha aperto un ufficio a sana, una misura, tuttavia, gia' allora sottolineata come un punto di sostegno al Paese e non l'anticipazione di una adesione ancora piuttosta controversa e a lungo osteggiata dal Kuwait per la posizione pro-Iraq presa durante l'invasione dell'emirato petrolifero da parte di Saddam Hussein. L'annunciato piano da presentare all'Arabia saudita, ripropone il nodo centrale della questione: lo Yemen rappresenterebbe una minaccia per la stabilita' dei Paesi del Consiglio o offrirebbe vantaggi che compensino il rischio? La posizione geo-politica dello Yemen offrirebbe infatti un corridoio importante verso il Canale di Suez, ed il Porto di Aden un'alternativa allo Stretto di Hormuz - punto di frizioni diplomatiche con l'Iran - dal quale transita circa il 40% del greggio mondiale. (ANSAmed).