Inorridita Ensaf Haidar, moglie di Raif - scrive la Bbc online - che ha riferito che la decisione dell'alta Corte è irrevocabile, mentre alcune fonti all'Ap hanno aggiunto che a questo punto solo un perdono reale potrebbe salvarlo. Ideatore del sito 'Free Saudi Liberals', nato per dibattere sul ruolo della religione nel regno saudita, Badawi venne arrestato nel giugno del 2012.
L'accusa rivoltagli inizialmente era di aver insultato l'islam via web. Poi il 17 dicembre dello stesso anno un giudice lo deferì ad una Corte di grado superiore raccomandandosi di giudicarlo per apostasia, reato che nel regno wahabita comporta automaticamente l'applicazione della pena capitale, così come la blasfemia. Poco meno di un anno dopo venne condannato a 7 anni e 600 frustate e successivamente le pena venne aumentata a 10 anni di reclusione e a 1.000 colpi di frusta oltre ad una multa di un milione di Rial sauditi (circa 267.000 dollari). A gennaio di quest'anno ricevette i primi 50 colpi. Un supplizio - riferì in quella occasione Amnesty International che prese a cuore la sua vicenda - che si svolse davanti a una folla di normali cittadini e agenti dei servizi di sicurezza. Portato in catene di fronte alla moschea Al Jafali dopo la preghiera collettiva del venerdì, Badawi ricevette una prima dose di punizioni corporali. A metà gennaio avrebbe dovuto ricevere una seconda sessione di frustate, ma Badawi venne trasferito dalla sua cella alla clinica del carcere per un controllo. Il medico verificò che le lacerazioni causate dai colpi ricevuti il 9 gennaio non si erano ancora cicatrizzate e che il detenuto non avrebbe potuto sopportarne un'ulteriore serie. (ANSAmed).