(ANSAmed) - ROMA, 25 SET - Tra Israele e l'Arabia Saudita esiste "un interesse comune" nel contrastare il pericolo costituito dall'Iran per tutta la regione mediorientale, non si tratta di "un'alleanza" ma della possibilità di "agire insieme" ed è già "un punto importante". Lo ha affermato, in un'intervista all'ANSA, l'ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon, che ha preso parte, a Roma, ad un convegno intitolato 'Iran verso l'accordo, opportunità o minaccia', a cui erano presenti anche personalità saudite.
Per il diplomatico israeliano non ci sono dubbi: l'accordo siglato lo scorso luglio a Vienna tra i paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Stati Uniti in prima fila), Germania e Iran costituisce una minaccia. Per diversi motivi, ha spiegato. Innanzitutto perché l'accordo in realtà non elimina la possibilità per il regime di Teheran di costruirsi armamenti nucleari, si limita a rallentare il processo ma lascia all'Iran tutte le capacità per ottenere in breve tempo una bomba atomica. In secondo luogo - ha osservato Gilon - durante il negoziato per l'accordo, si è parlato solo di nucleare, senza affrontare la politica espansionista e destabilizzante degli ayatollah in Siria, Iraq, Yemen, Bahrein ("paese, questo, che considerano parte del territorio iraniano", ha detto il diplomatico) e l'aggressività iraniana nei confronti di Israele, attraverso gli alleati di Hamas a Gaza e di Hezbollah in Libano.
"Anche dopo la firma dell'accordo - ha osservato l'ambasciatore - le massime autorità iraniane continuano a minacciare gli Stati Uniti e Israele. Solo due giorni fa, il capo dell'esercito iraniano ha annunciato che entro 25 anni lo Stato israeliano sarà distrutto". Per di più, con l'accordo e la fine dell'embargo, l'Iran - ha aggiunto Gilon - rientrerà in possesso di fondi congelati e, attraverso anche i nuovi accordi commerciali, disporrà di una enorme quantità di soldi per i suoi fini militari. "Chi afferma che l'Iran è un elemento stabilizzante del Medio Oriente, non ha capito nulla della regione", ha commentato il diplomatico. L'area è minacciata, a suo avviso, da due fattori: l'Isis e l'Iran. "L'Iran - ha sottolineato - è il più pericoloso, perchè è uno stato con una struttura forte, intenzionato a dominare tutta la regione, innescando ancora più tensioni con i sunniti e una possibile corsa di tutti all'atomica". E' vero che l'Isis e l'Iran sono nemici: ma in Medio Oriente - ha avvertito l'ambasciatore, rivolto agli occidentali che sperano in un aiuto di Teheran per sconfiggere il Califfato - non vale il detto "il nemico del mio nemico è mio amico".
IL diplomatico ha escluso qualsiasi possibilità di negoziato tra Israele e Iran, fino a quando ci sarà "un regime che ha, tra i punti del suo programma, la distruzione di Israele". Quanto all'Arabia Saudita invece, "abbiamo una convergenza di interessi: vediamo l'Iran con gli stessi occhiali". "Non siamo certamente ad un'alleanza - ha precisato - però possiamo muoverci nella stessa direzione". "Anche da parte saudita - ha detto - si percepisce molta meno animosità verso Israele". "Il livello al momento è quello dei contatti informali, ma la convergenza di interessi è già un buon punto di partenza". Quanto al rapporto tra una democrazia come Israele e uno stato ultraconservatore islamico come il Regno saudita, l'ambasciatore non vi trova scandalo. "Siamo pragmatici e poi pensate alla collaborazione tra Stati Uniti e Riad". Il rappresentante saudita, Abdulateef Al Muhlin, un giornalista di Arab News, intervenuto al convegno organizzato dal 'Centro studi - Democrazie Digitali", ha confermato i timori sauditi per un accordo che non elimina il pericolo nucleare iraniano.
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