"Se ogni anno accadono incidenti come un incendio o il crollo di un ponte o di una gru significa che la sicurezza non è garantita - ha detto l'ayatollah conservatore ponendola come precondizione dell'Haj - e questo mette in dubbio la necessità del pellegrinaggio".
In questi giorni in Iran molti hanno messo in discussione l'opportunità di mandare altri pellegrini alla Mecca, ma questa è la prima volta che un'autorità religiosa si esprime sul tema.
Inoltre viene sottolineato che non si tratta di una questione politica, ma "religiosa" e di giustizia internazionale. Ma Yazdi ha anche criticato il governo iraniano per non seguire il caso "con più serietà".
In questi giorni alcuni oppositori hanno criticato il presidente Hassan Rohani per essersi recato all'Assemblea generale Onu nonostante la tragedia della Mecca e le ormai 169 vittime iraniane. Rohani ha comunque deciso di anticipare a domani il rientro per accogliere il ritorno delle salme in patria. (ANSAmed).